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222 vincenzo capobianchi

verso l’anno 1290, e perciò di tipo, peso e bontà come quelle che in seguito vi si usarono coniare, sia uguale invece ad alcune monete emesse in Avignone nella prima metà del quindicesimo secolo? È evidente che lo zecchiere avignonese errò incidendo CARTVS1 in luogo di QVINTVS. Eugenio IV, del quale si ha moneta uguale, come il Promis asserisce, a quella su cui ora ragionasi, cessava di vivere a dì 23 febbraio del 1446: ai 6 marzo dell’anno seguente venivagli eletto a successore Tommaso Parentucelli da Sarzana, col nome di Nicolò V, a cui la menzionata moneta indubitatamente appartiene2. Nessun’altra dimostrazione potrà meglio convincere di quanto ora venne indicato che l’esame sui tipi e sulle epigrafi delle monete di quell’epoca.

Per ciò che si riferisce alle leggende ed agli emblemi che usaronsi primieramente stampare dai Papi sulle monete del Contado Venesino si è potuto osservare che, da Bonifacio VIII a Clemente VI, per lo spazio cioè di mezzo secolo, tutte le monete d’argento e billione immancabilmente portano i titoli COMITATVS VENASINI e COMES VENASINI; cioè COMITATVS VENASINI, quelle di Bonifacio VIII e Clemente V; COMES VENASINI le altre di Giovanni XXII e Clemente VI3: le mancanti appartenendo invece a pro-

  1. Un altro esempio della parola cartvs, così scritta, si riscontra sopra un Grosso di Eugenio IV battuto in Avignone, che conservavasi già nella Collazione Remedi di Sarzana, indicandoci questa identità di voce la stessa zecca o forse Io stesso zecchiero; vedasi Catalogo della Collezione Remedi di Sarzana pubblicato dall’impresa di Vendite di Giulio Sambon. Milano, 1884, pag. 218, n. 2259.
  2. Vedasi la Tav. V, N. 6.
  3. Cinagli, Le Monete de’ Papi: Bonifacio VIII, pag. 27, n. 1, coitat venasin. — Clemente V, pag. 28, n. 1, comit. venasini; n. 2, com. venai-