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appunti di numismatica romana 339

destra una tavola su cui un vaso. Alla sua sinistra un tripode su di una base appiedi di un vecchio tronco d’alloro.

(Tav. VIII, N. 1).


Diam. mm. 38. Peso gr. 40,50.

Questo medaglione di superbo stile e della miglior epoca dell’arte romana, intatto dalla parte della testa, fu un po’ guasto nel rovescio da chi lo ripulì dall’ossido.

La rappresentazione del rovescio è molto simile, se non identica, a quella del medaglione anepigrafo descritto al Num. 561 di Cohen e a pagina 30 del Froehner1; la spiegazione non ne è molto chiara.

Apollo, come osserva il Froehner, non ha qui il suo attributo usuale, la lira, e appare invece nella sua qualità di Dio sanitario. Il ramo non sarebbe l’alloro simbolo della gloria, bensì l’aspersorio atto a scacciare i mali e guarire le malattie, e il vaso posto sulla tavola sacra conterrebbe l’acqua lustrale. Non è cosa facile, continua il Froehner, il ricostruire i fatti che hanno dato origine ai medaglioni e spiegare con sicurezza il significato delle rappresentazioni che figurano sui rovesci; ma è probabile che il medaglione sia stato coniato durante gli ultimi quattro anni del regno d’Adriano, quando era già tormentato dalla malattia a cui doveva soccombere.

La data posta all’esergo del mio esemplare non contraddirebbe per nulla a tale supposizione, e il medaglione si può considerare, come l’altro simile, un voto pel ricupero della pericolante salute.


  1. Les Médaillons de l’Empire romain. Paris, J. Rothschild, 1878.