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aes rude, signatum e grave, ecc. 87

a dare a questi quadrilateri una data più tarda e a riportarli al tempo che segue immediatamente l’espansione romana in Sicilia, e si prepara, o si inaugura, la celebre vittoria di Duilio (270-260 a. C),

La forma del rostro si diparte, è vero, un poco da quella celebrata dalla colonna Duilia, e corrisponde invece strettamente con quella dei denari di Palicano; ma la colonna Duilia rappresenta naturalmente i rostri delle vinte navi Cartaginesi, non quelli delle navi romane.

Il tridente poi del frammento di Vulci e dei quadrilateri tipo n. 7, con cui il detto frammento si collega (vedi più innanzi), forse pure allude e sta in connesso con i famosi corvi di cui fece uso Duilio nella battaglia di Milazzo (Mylae).

Quest’idea mi viene suggerita: — 1a dalla descrizione di codesti strumenti bellici fatta da Polibio (I, 22); — 2a dalla citata tazza Galena, dove è rappresentato uno dei soci di Ulisse che combatte contro le Sirene armato di un tridente; — 3a dai sopra citati sestanti di peso ridotto, i quali recano nel rovescio i seguenti tre significativi tipi:

a) Garrucci, tav. XLIV, 4, l’ancora con cui si tengono ferme le navi;
b) Garrucci, XLIV, 5, il fascetto di legna, con cui si incendiarono;
c) Gamicci, XLV, 10, la cuspide di lancia, con cui si batterono, come in una battaglia terrestre, i Cartaginesi.

Come nella tazza Calena i rostri tridentati, affatto anomali per una rappresentazione di Ulisse che combatte le Sirene, richiamano certamente quelli romani dell’aes grave urbano e della prima guerra punica; cosi il tridente sembrami richiamare il do-