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il concetto e che tutte e tre le medaglie alludano per esso, com’anco per il senso delle leggende, alla nota pace di Paquara. Nè le parole del Gualdo, che annoverava tra le medaglie del suo Museo le coniate dal Mariani, escludono che il detto artefice ne facesse più d’una, «Le sue opere presso di me, sono in medaglie, v’è detto, pulitissime»; le quali rappresentano «Aulo Cecina capitano generale di Vitellio, Gallo poeta vicentino, Palemone oratore, Alforisio conte di Vicenza, Alberto Marano Vicario imperiale, Giovanni da Schio, oratore, Girolamo Gualdo Cavaliere e Protonotario Apostolico» 1. Tenuto conto di tutto questo e segnatamente dell’identità de’ busti, perchè non si potrebbe ritenere che non una, ma tutte e tre le medaglie uscissero dal punzone del Mariani?

Ho già avvertito altrove che intimo e mecenate del Mariani, di cui ebbe a piangere la morte con un sentito epitaffio, fu Paolo Gualdo, l’amico del Galilei e del Tassoni, che ne fa onorata menzione nella «Secchia Rapita.» Ed ora devo aggiungere che un erudito vicentino, morto a mezzo circa il secolo decimottavo, accennando alla medaglia, nel cui rovescio si rappresentavano le tre figure della Pace, della Discordia e della Guerra, riferiva l’opinione ch’essa si fosse coniata «per opera di Paolo ed Emilio fratelli Gualdi».2 E il Paolo è appunto lo zio di quel Girolamo Gualdo, che del Mariani dichiarava, non saprei ben dire, se la medaglia, o le medaglie del suo Museo in Vicenza.

Bernardo Morsolin.


  1. Rivista Italiana di Numismatica, Anno III, loc. cit.
  2. Claudio da Santa Maria, Scrittori Vicentini, Msc. nella Biblioteca Comunale di Vicenza.