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358 bernardo morsolin

Giuseppe Porto, o meglio Da Porto, usciva da quel patrizio casato vicentino, la cui nobiltà molto antica si onora d’una serie d’uomini illustri nelle scienze, nelle lettere e nelle armi. Tra i più insigni, vissuti nel secolo XVI, voglionsi segnalare: Leonardo, il cui nome va raccomandato ancora a un rarissimo scritto sui pesi, sulle misure e sulle monete degli antichi romani; Luigi, l’autore delle Lettere storiche e della Giulietta e Romeo; e Ippolito, il fortunato guerriero agli stipendi di Carlo V, ch’ebbe la destrezza di far prigioniero, nel 1547, Gianfederico, duca di Sassonia. Di parecchî individui della famiglia parla con copia di particolari il Marzari, storico vicentino del secolo XVI: ma del conte Giuseppe, a cui fu pure contemporaneo, non fa nemmeno parola1. Eppure il conte Giuseppe fu de’ cittadini più attivi, che promovessero nel secolo XVI lo splendor di Vicenza.

Dell’anno della nascita di lui nessuno ha lasciato notizia alcuna. L’iscrizione, incisa sulla pietra sepolcrale della Chiesa, oggidì sconsecrata, di San Biagio, recava soltanto l’anno della morte, avvenuta l’8 novembre del 15802. Ma questo millesimo basta a sfatare il giudizio del conte Giovanni Da Schio, che fissava le prove della rara operosità dell’egregio patrizio all’ultimo ventennio del secolo XVI3. È chiaro che il valente erudito confondeva insieme più individui d’identico nome, appartenenti allo stesso casato, moltiplicatosi già al tempo di cui si parla, in

  1. Marzari, Historia di Vicenza, Lib. II. Vicenza, 1590.
  2. Barbarano, Historia Ecclesiastica di Vicenza, Lib. V, pag. 139. Vicenza 1761. — Faccioli, Musaeum Lapidarium, Pars I, pag. 205, n. 30. Vicentiae, 1776.
  3. Da Schio, Memorabili, Msc. nella Biblioteca Comunale in Vicenza.