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quale potrebbe essere connesso agli antichi Hylli o Hylles conosciuti per mezzo delle tradizioni greche1.

Lo scrittore moderno più competente in fatto di storia della Sicilia, Adolfo Holm, considerata la difficoltà di spiegare l’etimologia di questo nome, dice che circa la possibile derivazione del nome Imera dalle lingue semitiche, non si può nulla definire2; le derivazioni dalla lingua greca, come a dire quella da ἡμέρα, etimologia la quale sembra accennata dal gallo impresso sulle monete di questa città, ovvero quella da ἵμερος, la quale si adatterebbe specialmente alla bella veduta che si apre dal sito d’Imera al di là della costa verso est ed ovest, dentro del territorio, fino alle montagne coverte di neve buona parte dell’anno, non possono essere accettate con sicurezza3.

Il Freeman conserva la stessa imparzialità; anzi, più recisamente dell’Holm, rigetta l’ipotesi di una possibile derivazione da ἵμερος o da ἡμέρα. Le probabilità, soggiunge, sono che il vero nome sia Sicano.4

Con queste parole il Freeman apertamente rinunzia a qualunque ricerca del nome. Ma per altro è merito suo aver somministrato alcuni dati scientifici, importanti per chi voglia trattare completamente la questione del sito di questa città greca. L’antichità stessa, a quel che pare, non aveva un’idea esatta del sito d’Imera e lo confondeva col territorio dove più tardi i Cartaginesi fondarono Thermae. Gli antichi scrittori ricordano accanto alla città le terme famose che stavano a parecchie miglia di distanza da essa e che non entrarono certamente nel suo perimetro

  1. Mommsen, Gesch. des Rom. Münzwesens, p. 91. — Giova osservare che questa leggenda non si trova, nel modo come la riferisce il Mommsen, su nessuna delle tante monete d’Imera da me esaminate.
  2. Geschichte Siciliens im Altert., I p. 95.
  3. I, p. 136.
  4. History of Sicily, I, Addit. and correct., p. xxxiii.