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appunti di numismatica romana 27

veniva trasmessa in semplice stagnuola, mi arrivava assai sciupata; ma pure ancora in istato da lasciarmi vedere che il ritratto non corrispondeva a quello di Massimiano Erculeo, come la moneta era classificata, è come pareva dovesse indicare la leggenda; meno ancora poi a Galerio Massimiano, il quale poi sarebbe escluso anche dal titolo d’Augusto, che figura sul denaro. Sulle prime credetti che si trattasse di una falsificazione; pure, avendo i dati precisi sul ritrovamento da persona degnissima di fede, mi feci spedire la moneta; e quando l’ebbi ricevuta, dovetti persuadermi che si trattava di un pezzo assai curioso e interessante, ma la cui autenticità era al disopra di ogni sospetto.

La conservazione ne era eccellente, la leggenda chiarissima; pure la moneta, sia pel tipo della fabbrica, sia per la qualità dell’argento, sia poi specialmente per l’effigie rappresentata, non poteva in nessun modo essere attribuita a Massimiano Erculeo.

Ritenni per qualche tempo il denaro unico e inedito; ma poi, guardando, per non so quale altra ragione, il volume VI della seconda edizione del Cohen, con mia sorpresa lo trovai descritto e anche disegnato, precisamente al n. 9 di Massimiano Erculeo, dove è citato un simile ma non identico esemplare appartenente al Sig. Rollin. Scrissi tosto a Parigi e non mi fu difficile avere anche quel secondo esemplare tav. I, n. 2, il quale, appartenente già alla collezione del Barone de Witte, giaceva da molti anni nei cartoni dei Sigg. Rollin et Feuardent, senza che avesse destato l’interesse di nessun raccoglitore, forse appunto perchè erroneamente classificato.

Questo secondo denaro, di autenticità pure indiscutibile, è di conservazione assai meno buona di quello di Colonia e da qualche depressione o mancanza di metallo, visibile principalmente al rovescio, lo