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di un singolare cavallotto, ecc. 445

Infatti, la importantissima grida di Milano, del 1° marzo 1530, riferita dal Motta in questa stessa Rivista1, dopo aver detto: "pare che molti malivoli et pocho amorevoli de la loro patria, et altri de pessima sorte con loro malitia habino fabricato uno novo ingano, cioè in bavere facto uno falso bollo, con il quale hano bolato, et bolano li bianchi novi maxime quelli bianchi sono fabricati in la cecha de Crevacore, appelati del cavaleto „, dà il bando ai detti bianchi, " quali hano da una parte una aquila con lettere che dicono Lud. et p. lucas. flis. lava. Co. M. D. et da laltra uno cavaleto con suxo uno sancto con lettere che dicono Sanctus Theonestus „ oppure " da una parte una aquila con le lettere soprascripte et da laltra uno santo in pede che dicono medesimamente Sanctus Theonestus „, e dà il bando contemporaneamente ad altri bianchi, di cui tace la provenienza, ma de’ quali dice che "hano da una parte la testa di S. Petro et da laltra uno cavalo con uno putino nudi„.

Ora, chi non riconosce in questi ultimi bianchi il nostro testone IN LIBERTATE SVMVS, e in quegli altri i notissimi testoni di Lodovico II e Pier Luca II Fieschi, signori di Messerano e Crevacuore, pubblicati dal Promis?2

E nell’interessante ripostiglio di Gratasoglio, descritto dall’ing. Clerici3, trovavansi egualmente associati, fra altre monete, dei testoni contromarcati di Lodovico e Pier Luca Fieschi, e dei testoni IN LIBERTATE SVMVS, parimenti contromarcati.

Lodovico e Pier Luca tennero in comune la

  1. Motta, Documenti visconteo-sforzeschi ecc. — (In Riv. It. di Num., Anno IX, 1896, fasc. II; — a pag. 249-50).
  2. Promis (D.), Monete delle zecche di Mess. e Crev. — (Alla tav. II, n. I e 2).
  3. Clerici (Carlo), in Riv. It. di Num., 1. c.