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354 luigi rizzoli

Mantova, in Parma, in Vicenza, in Treviso ed in Padova.

I suddetti Aquilini, nel rovescio, tutti, meno quello di Merano, alla sinistra della crocetta, dalla quale principia l’iscrizione, hanno uno scudetto, posto fra trifogli, stellette, rosette, punti, etc, che molto probabilmente possono essere i segni dello zecchiere. Quelli di Padova poi, a differenza degli altri, hanno nel dritto la scritta: PADVA : REGIA1.

Importante è lo stabilire a chi appartenga l’arme, che trovasi nello scudetto dei nostri Aquilini.

Lo Zanetti2 ed il Gennari ammisero che fosse dell’ufficiale, che sovraintendeva alla zecca. Ma questa asserzione non deve essere, a mio avviso, accettata.

Infatti nell’esaminare gli aquilini consimili delle città circonvicine e nel riscontrare in essi l’arme dei vicari imperiali, quale ad esempio degli Scaligeri in Verona, dei Trissino in Vicenza3, dei Conti di Gorizia in Treviso, dei Gonzaga in Mantova, dei da Correggio in Parma4, sono stato indotto a credere che anche l’arme posta nello scudetto degli aquilini padovani appartenga ai vicari imperiali per Federico III e per Enrico di Boemia.

Per di più la mia opinione trova valido appoggio nell’arme dell’aquilino segnato coi numeri 6, 7, 8 e 9 nella più volte cit. tav. XX, appartenendo ad Ulrico di Valdsee, primo vicario in Padova per Federico III dal 5 gennaio 1320 al 5 settembre 1321, che aveva per l’appunto quale insegna gentilizia di sua famiglia una fascia d’argento in campo nero, e così pure nell’arme di un raro aquilino, di cui un esemplare fa

  1. Ab. Giuseppe Gennari, Sopra il titolo di Regia dato a Padova. Padova, 1795.
  2. Zanetti, Op. cit., Vol. III, pag. 383, nota 3Ó3.
  3. Gaetano Girolamo Maccà, Trattato della Zecca Vicentina, pag. 116-130.
  4. Period. Num. e Sfrag. cit., Vol. II, anno 1869, pag. 63.