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42 DISCORSO

toccasse quella parte, la quale rirguardava le cose già dette.

EX TESTAMENTO EIVS. Usò la stolta cecità de’ Gentili, siccome è noto, di ardere insieme co’ cadaveri nella Pira quelle cose in qualsivoglia genere, le quai egli, come in questa così dovesse goderne noll’altra; e de’ Trionfanti in ispecie riferisce Polibio, elle si seppellivano con abiti, quali essi portavano in quell’occasione. Nè furono esenti per [Lib. 5.] qualche tempo da simil vanità anche i Cristiani, costumando di seppellire co’ morti, bencchè a diverso fine, che in loro non poteva essere, se non di magnificenza, e di lusso, molti preziosi, e rari ornamenti, quali si trovarono nella sepoltura già mentovata di Maria moglie d’Onorio Imperatore, de’ quali io per brevità tralascio di fare special menzione, rimettendomi a L. Fauno, il quale minutamente gli annovera. [Lib. 1. c. 10] Quindi avveniva, che ciò che vediamo essere stato ordinato nel suo Testamento intorno agli Attalici da C. Cestio, si facesse da molti altri circa a diverse cose, alle quali portavano una certa particolare affezione; il che si raccoglie non solamente da molte leggi del corpo Civile, ma anche da una, la quale si ha nel Codice delle leggi Visigotiche posto in luce dal Pitèo. E di ciò è chiarissimo esempio il testamento di una tal donna, le parole del quale riporta Scevola [Lib. 11. T. 2.] nella L. ult. §• ult. ff. de auro argent. e sono seguenti: Funerari me arbitrio viri mei volo: et inferri mihi quæcumque sepulturæ meo; causa feram, ex ornamentis, lineas duas ex margaritis, et viriolas ex smaragdis. Di questi tali si fa beffe con ragione Luciano, laddove egli introduce se medesimo a ragionare con Nigrino Filosofo Platonico di questa guisa. [In Nigrino.] ἃ δὲ καὶ μεταξὺ λέγοντος αὐτοῦ γελᾶν προήχθην, ὅτι καὶ συγκατορύττειν ἑαυτοῖς ἀξιοῦσι τὰς ἀμαθίας καὶ τὴν ἀναλγησίαν ἔγγραφον ὁμολογοῦσιν, οἱ μὲν ἐσθῆτας ἑαυτοῖς κελεύοντες συγκαταφλέγεσθαι τῶν παρὰ τὸν βίον τιμίων . Mentre egli così diceva, vennemi da ridere di costoro, i quali vogliono, si seppellisca con esso loro la propria ignoranza, la sciocchezza confessano in iscritto: ordinando alcuni, che si abbrucino seco nello stesso rogo i vestimenti più, preziosi; che