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la roma sotterranea cristiana 23

mase pur ombra o indizio del sito, ove deposti furono i celebri Martiri greci: anzi, nemmeno un segno, una memoria che accertasse aver essi avuta realmente quivi sepoltura. Ma, eppure il de Rossi ne ritrova la verità e il fatto (chi lo direbbe?) per un semplice titoletto cimiteriale di fanciullo, ov’è scritto DEP • V • IDV • SEB • AD EPOLITV., e che il Muratori nelle sue Antiche Iscrizioni riporta come esistente in Reggio. Messosi infatti sulle peste di cotesto titoletto, da Roma andato a Reggio, giunge a scoprire (e in qual maniera, lo narra) essere stato levato dal cimitero di S. Sebastiano di Roma, e a Reggio con altre iscrizioni portato. Ora giova avvertire come l’epiteto di San Sebastiano si usò dare per lungo tempo indistintamente a qualunque zona o regione dell’immenso Sotterraneo circostante all’Appia.

Del resto, quell’AD EPOLITV (Ad Ipolytum) esprime troppo decisamente, nell’epigrafico linguaggio delle cristiane Necropoli, l’Arenarium Hippolyti: e non già del celebratissimo Ippolito della Tiburtina; ma di quello che illustrò pel martirio l’Arenario dell’Appia, ove esordì ritirato, come si disse, la sua vita cristiana. Che se non si possono avere, nella profonda oscurità in cui si avvolge l’istoria di questa sotterranea regione, dati più esatti del sito preciso del μαρτύριον, ossia cimitero d’Ippolito e CC., altri però ne abbiamo evidentissimi da dare al ch. Autore ragione del chiamarsi questa zona sotterranea col titolo antonomastico di Arenarium Hippolyti. E cotali dati l’Autore riduce a tre. Il primo si è che negli Atti dei ricordati Martiri greci, l’ipogeo loro è detto Arenarium per discernerlo dal Coemeterium Callisti: il secondo, che nell’epigramma Damasiano nella cripta papale, sono ricordati cotesti Martiri come uno dei gruppi più illustri del Cimiterio di s. Callisto; quindi, vedi contiguità del nostro Arenario al Callistiano cimitero: il terzo, in fine, la testimonianza del topografo Malmesburiense, il quale pone il santuario dei greci Martiri, rispetto agli altri Santuari, a settentrione-levante della Basilica di santa Solere. E fin qui, della istoria dei Martiri greci, e loro sepolcri. Or si accinge a esplorare (cap. V) la sotterranea regione.

Questa, come staccata e distinta dalla primitiva Callistiana necropoli, dovea avere una scala tutta sua propria a discendervi dalla superficie del suolo: e la supposizione dell’esperto Archeologo non era vana. Tratte infatti le immense materie, ond’era stata da secolari rovine ed alluvioni tutta ostruita sino alla superficie, ricomparve nel 1868, grazie alle sollecitudini della Commissione di Sacra Archeologia, che piegò alle istanze del nostro dotto illustratore (cap. VI)