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la roma sotterranea cristiana 37

ficava altro che il sito recondito, ove le sacre cose si riponevano e conservavano. Ed ecco, in breve, il rituale pagano intorno alla religiosità dei sepolcri.

A siffatta legge rituale dovevano necessariamente sottomettersi i Cristiani; cotalchè, se volevano conservare dei loro sepolcri la proprietà inviolabile, dovevano anzitutto adempire al rito legale della religiosità. Ma però, adoperarono il rito essenzialmente pagano? Sarebb’errore il crederlo; da che sarebbe stato per essi un atto d’idolatria, consacrare i sepolcri. Cambiarono dunque in sostanza ciò che in apparenza restava del formulario legale. E in verità nel linguaggio epigrafico cristiano non trovi pur una volta, ci avverte il ch. Autore, locus sacer; ma locus sanctus. Il sanctum infatti significava, a dirlo con Ulpiano, quae neque sacra neque profana sunt1. E il vago appellativo dovè piacere a’ Cristiani; sì perchè escludeva ogni equivoco con la pagana consacrazione; e sì perchè è voce propria del biblico linguaggio. Conchiude però il dotto Commendatore che, sebbene i sepolcri cristiani venissero dichiarati per legge religiosi, tuttavia, durante la persecuzione, pare non si costumasse di così chiamarli; non trovandosene parola nella epigrafia cimiteriale dei primi secoli del Cristianesimo: forse a’ seguaci di G. Cristo ripugnava quel religio pagana!

Come poi il Cristianesimo ebbe vinta l’aspra lotta col paganesimo, e stancato il braccio del carnefice, non paventò più mostrarsi all’aperto cielo, e far valere il suo diritto ad una esistenza sociale2. Allora dunque principiarono a popolarsi anche le superfici esterne delle necropoli, e, al proposito nostro, della Callistiana, di basiliche, oratorii, celle monumentali, e di altri edificii di varie ragioni e forme. Quindi nuovo periodo del gius sepolcrale, e nuovo svolgimento dell’arte cristiana e sua terminologia (cap. VII). Così i cippi e le stele contrassegnarono i sottostanti sepolcreti. Se non che nel Callistiano cimitero non abbiamo che rarissimi esempii di siffatti segni; costumando i cristiani deporre il cadavere in arche scavate nel marmo o pietra, le quali venivano difese contro la pioggia e le intemperie da una coperta (tegurium), sorretta da quattro colonne con suo architrave; intanto che cancelli di marmo traforati (transenna) ne chiudevano l'intercolonio. Se poi i sarcofagi erano situati lunghesso le pareti esterne delle basiliche, venivan' essi rico-

  1. Digesta, I, 8, 953.
  2. Si veda il T. I, p. 93, 199, 200, 210; e l’aureo Bullet. d’arch. crist., aprile 1864.