Pagina:Roma sotterranea cristiana.djvu/64

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la roma sotterranea cristiana 57

delle quali è ripartita in altre, secondo la forma, la materia e l’uso dei medesimi. Talchè la 1.ª classe contiene gli oggetti ornamentali ed utensili d’uso personale; la 2.ª, giuocattoli o balocchi da fanciulli; la 3.ª, le tessere gladiatorie, teatrali, missili, frumentarie, ed altre di uso incerto; la 4ª gli utensili domestici. Ragiona poi degli oggetti non additizi, ma propri e rituali del sepolcro cristiano; candelabri, lucerne, vasi ed ampolle, strumenti del sofferto martirio. E tutti e singoli gl’infiniti oggetti che a coteste classi pertengono, spiega ed illustra così analiticamente, che male riuscirebbe, senza divenire oscuri per essere brevi, compendiare in poche linee il lungo capitolo (XXV) che egli spende a decifrarli ed illustrarli, onde mostrare come tutto complessivamente attesta col medesimo linguaggio delle epigrafi e delle pitture paretali, che il vero periodo di esistenza e di uso cimiteriale ch’ebbe la grande sotterranea necropoli, non eccede il limite ultimo dei primi anni del secolo quinto.

Ed ecco esaurito completamente, in tutte le sue parti e punti questionabili, il trattato e della natura e della mutua relazione delle due cristiane Necropoli, la sotterranea e la superficiale od esterna.

Ora non resta al sommo Archeologo che sciogliere la promessa fatta nel primo tomo: cercare, cioè, e stabilire le relazioni di fatto e di diritto, passate tra i contigui monumenti pagani e la duplice Callistiana necropoli.

Principia dunque da rintracciare la pianta topografica dei dintorni del classico Cimitero, nei territorii confinanti con la sezione cimiteriale cristiana tra l’Appia e l’Ardeatina; e, per quanto lo permettevano le incomplete escavazioni di quella vasta superficie di suolo, e la sofferta disordinata esplorazione (ch’ei tanto deplora) dei passati scavatori, richiama a vita alcuni ipogei gentileschi: quello dei Volusii Saturnini, fioriti nel primo secolo dell’era nostra; e il colombario dei Liberti e Servi della gente Cecilia; e un altro dei Liberti della famiglia di Caio Annio Pollione, non meno che quell’anonimo maestoso mausoleo diroccato, che getta la veneranda sua ombra sulle umili cripte di Lucina. Al lume di questi pochi avanzi di monumenti pagani e di lapidi balestrate qua e là sulla superficie del terreno, ferma le sue ricerche. Poi, additandoci sulla pianta generale del Cimitero que’ sepolcri pagani che lo circondano, chiama la nostr’attenzione a quelle poche vestigia di gentileschi colombari, giacenti sul limite dell’Arenaria d’Ippolito, prossimamente alla via Appia, e alle Luciniane cripte. E chi sa (ei pensa) che cotesti colombari non ascondano l’incognito del problema istorico, intorno alla pia Lucina! Anche il magnifico