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Parigi, il De compendiosa Archictectura et complemento artis Lullii.

Alla Corte di Francia, Giordano Bruno, approfittando della protezione di re Enrico, potrebbe valersene per avere onori e ricchezze, ma invece, indole onesta ed incorrottibile, ama meglio rimaner povero ed indipendente. A Parigi egli pubblica pure il Candelaio, la commedia rimasta famosa, e che è una splendida prova della versatilità di questo potente pensatore.

I pedanti, gli sciocchi, gli avari, i filosofi a buon mercato, passano, in questo lavoro, sotto lo staffile della sua satira. Deride le folli credenze e le superstizioni de’ suoi compaesani, e lo scettico vi fa capolino, dimostrando come nel mondo vi sia poco di bello e nulla di buono e regni l’amore universale degli scudi.

In principio al Candelaio, il Bruno mette il motto, In tristitia hilaris, in hilaritate tristis; e difatti, sotto la mordace ironia, che trabocca in tutta la commedia, spira un soffio di tristezza, che fa pensare alle melanconie ed ai momenti di sconforto, che debbono aver turbato quell'anima d’apostolo, continuamente in tumulto. Bartholméss, un altro dei dotti biografi di Bruno, analizzando questa commedia, scrive:

«Nel Candelaio una caterva d’avventure e d’incidenti, talora condotti senza vincolo naturale, serve a svolgere tre specie di passioni e di caratteri: la tenerezza sciocca d’un vecchio per nome Bonifacio, l'avarizia sordida d’un altro vecchio, Bartolomeo, e la pedanteria non meno sordida e sciocca di Manfurio.

— Alcune femmine di poco onore, marinai, soldati, cavalieri d’industria, cospirano insieme per ingannare questi tre uomini e strizzare degli scudi dalla loro