Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/423

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36 amleto


Am. Ora io vi dirò con quali intenti, e con ciò preverrò la confidenza che mi fareste, senza che il segreto che dovete al re e alla regina venga punto rimosso. — Da qualche tempo ho perduto, non so come, tutta la mia giovialità, ho negletti tutti i miei esercizi; e in verità, il mio umore è divenuto sì malinconico, che la terra, ammirabile globo, non mi par più che uno sterile promontorio; il firmamento, divino padiglione teso sulle nostre teste, maestosa volta seminata di stelle brillanti, che uno schifoso ricettacolo di vapori pestilenziali. Qual capo-lavoro è l’uomo! Come nobile egli è per la sua ragione, e infinito per le sue facoltà! Qual’espressione ammirabile e commovente nel suo volto e nel suo gesto! Un angelo allorchè opera; eguale quasi a Dio quando pensa! Splendido ornamento del mondo! re degli animali!... E nullameno, per me, che è questa quinta essenza di polvere? L’uomo non ha più allettamenti pel mio cuore, e neppure la donna: sebbene, col vostro sorriso, sembriate sospettare del contrario.

Ros. Signore, tal frivolezza non m’entrò in pensiero.

Am. E perchè sorrideste quando dissi che l’uomo non ha più allettamenti per me?

Ros. Pensavo che se l’uomo non vi alletta più, i commedianti che, non ha molto, incontrammo che venivano per offrire i loro servigi a Vostra Altezza, non avrebbero ricevuto da voi un accoglimento molto propizio.

Am. Quegli che fa le parti di re sarà il ben accolto; e Sua Maestà otterrà un tributo da me. L’avventuroso cavaliere potrà far brillare la sua spada e il suo scudo; l’amante non sospirerà indarno; il pazzo otterrà l’obolo della demenza, e l’innamorata chiarirà liberamente i propri sensi, se l’energica pausa de’ versi interrotti non parlerà per lei. — Or chi son costoro?

Ros. Que’ medesimi che con tanto piacere ascoltavate; gli attori della città.

Am. E come viaggiano? E’ dovrebbero rendersi stazionari, e ne sentirebbero profitto dal lato della gloria e delle sostanze.

Ros. Credo che una legge vieti ciò ad essi.

Am. Son sempre estimati come erano quando io gli intesi?

Ros. No, mio signore.

Am. E perchè? Han forse degenerato?

Ros. Non credo; ma una schiera di fanciulli, ampollosi declamatori, toglie loro ogni vanto. Da questi soli si accorre, e questi si son preso tanto pensiero di denigrare gli antichi attori, che i