Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/466

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atto quarto 79

romanze, quasi insensibile al suo pericolo o come creatura nata in quell’elemento; ma tal cosa non poteva durare; i panni, inzuppatisi, la trascinarono in fondo, interrompendo i suoi melodiosi concenti.

Laer. Ohimè! spenta è dunque?

Reg. Spenta, spenta.

Laer. Povera Ofelia, vorrei raffrenare le mie lagrime: ma vani sforzi! la natura fa sentire i suoi diritti, e poco le cale che l’uomo arrossisca della sua debolezza. Allorchè queste lagrime saran versate, nulla più resterà in me di femminile. — Addio, signora! Avrei parole di fuoco da proferire, se questi pianti insensati non le soffocassero.     (esce)

Re. Seguiamolo, Gertrude. Quanta pena ho avuta per calmare il suo furore, che ora temo non si rianimi per tale disavventura! Seguiamolo dappresso.     (escono)