Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/625

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Arv. Possa tutto l’argento e l’oro diventar putredine! niente è più prezioso di esso, per quelli che adorano vilissimi numi.

Imog. Voi siete sdegnati, lo veggo; ma vi sia noto almeno, se volete uccidermi per questo fallo, che anche senza compierlo sarei morto.

Bel. Dove siete rivolto?

Imog. A Milford.

Bel. Il vostro nome?

Imog. Fedele, signore. — Ho un parente che, partendo per l’Italia, s’imbarca a Milford; ed io andava a raggiungerlo: quando, estenuato di forze, ho commesso l’errore...

Bel. Ti prego, bel giovinetto, non crederne tanto selvaggi, nè giudicare della bontà delle anime nostre dall’aspetto dell’antro che ne accoglie: il tuo incontro è una fortuna per noi. La notte sta per cadere: meglio sarai festeggiato prima della tua partenza, e meglio ringraziato per avere diviso con noi la mensa ed il tetto. — Giovani, rendetegli onore.

Guid. Fanciullo, se tu fossi una donna, io t’amerei con grande ardore, e ti sarei fedele e rispettoso servo: tutto farei, tutto darei per possederti.

Arv. Ed io godo che sia un uomo; e l’amerò come fratello. Sì, io ti farò accoglienza come la farei a mio fratello dopo lunghi anni di lontananza. Sii il benvenuto, e gioisci che qui non trovi che amici.

Imog. (a parte) Amici, oh! se fossero miei fratelli, se il Cielo avesse conceduto che fossero stati i figli di mio padre, gli eredi della sua corona; il pregio della mia persona sarebbe stato tanta minore, e per ciò più dicevole alle fortune del mio diletto Postumo!

Bel. Un qualche pensiero lo opprime...

Guid. Potessi sollevarnelo!

Arv. Lo potessi io pure, qual ch’egli si fosse, e per quanti pericoli e pene dovesse recarmi. Oh Dei!

Bel. Giovani, uditemi.                         (parla loro sommessamente)

Imog. Grandi di corte che non avessero per palagio che questa angusta caverna, che ridotti fossero a servirsi da sè medesimi, e che, rinunziando a’ frivoli omaggi dell’incostante moltitudine, possedessero la virtù che dà una coscienza pura, non sarebbero superiori a quell’amabile coppia. O sommi Dei, perdonatemi; ma vorrei mutar sesso, onde poter vivere con questi giovani, giacchè Postumo mi ha tradita.

Bel. Così faremo: apprestiamo la selvaggina. — Bel giovine,