Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, I-II.djvu/76

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atto terzo 65

messe. Ma degnate d’assidervi, Maestà, e onorateci dell’augusta vostra compagnia.

(Macbeth va per sedersi, e vede l’ombra di Banquo al suo posto
invisibile per tutti, fuorchè per lui; s’arresta spaventato
).

Macbeth. Tutti i posti sono pieni!

Lenox. Ma un seggio è pure per voi, signore.

Macbeth. Dove?

Lenox. Là, milord: perchè tremate?

Macbeth (ai convitati). Chi di voi, chi di voi fe’ ciò?

Tutti. Ma che dunque?

Macbeth (alla larva). Oh! non dire che ne foss’io l’autore... non iscuotere così le insanguinate chiome, affisandomi...

Rosse. Signori, alzatevi; il re vacilla.

Lady Macb. No, assidetevi, nobili amici; non attendete a cose, alle quali Sua Maestà va soggetta fin dalla più tenera infanzia. Rimanete, ve ne prego... l’accesso non durerà che un istante. (a Macbeth in disparte) Macbeth, siete voi un uomo?

Macbeth. Sì e un uomo ben intrepido, poichè oso contemplare un oggetto che atterrirebbe Satana stesso.

Lady Macb. Oh uomo debole! e le illusioni avran dunque sempre tanto impero su di voi? Ciò che vedete è larva creata dal timore, come larva era il pugnale che guidava i vostri passi a Duncano. Queste subite emozioni, questi improvvisi terrori s’addirebbero ai racconti di vecchia femmina narrante storie sovrumane... ma in voi riescono vergognosi. Perchè crearvi fantasimi? Voi ben sapete che il delitto fu compiuto, e che là altro non vedete che un vuoto seggio.

Macbeth. Oh! te ne prego, guarda da quel lato... là... là... vedi tu....? Ebbene, non è orribile... tremendo....? Oh! (alla larva) se ti è concesso di scrollare il capo... rispondimi ancora... dimmi... se i sepolcri possono renderne quelli che sepelliamo... se recer possono la preda dopo averla ingoiata.

(l’ombra scompare)

Lady Macbeth. Ah! interamente preso adunque voi siete dalla follia?

Macbeth. Pur troppo il vidi...

Lady Macbeth. Ne vorrete arrossire....?

Macbeth. E nondimeno non fu questa la prima volta in cui andasse sparso l’umano sangue. Dalle prime età del mondo, quando legge alcuna non vigeva fra gli uomini, infino al tempo nostro, atroci omicidi! furono compiuti, i quali a voler intendere geleremmo d’orrore. E un tempo fu, in cui da che un uomo aveva in-