Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1858, III-IV.djvu/28

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atto primo 17


Edm. Recato non mi fu, signore: ecco l’astuzia: lo trovai gettato entro la finestra della mia stanza.

Gloc. Conoscete che il carattere sia di vostro fratello?

Edm. Se di cosa buona si trattasse, milord, giurerei che è suo, ma, a questa bisogna riguardando, vorrei volentieri credere che non è.

Gloc. È suo.

Edm. È la sua mano, milord; ma voglio sperare che il suo cuore non è nel contenuto.

Gloc. Non v’ha egli mai intrattenuto di tali cose?

Edm. Non mai, milord; ma spesso l’ho udito dire, che bene sarebbe che allorquando i figli sono giunti ad una certa età, e i padri declinano negli anni, questi divenissero i pupilli di quelli, e i figli amministrassero le sostanze paterne.

Gloc. Oh scellerato, scellerato!... Tale sua massima è chiaramente esposta nella lettera!... Odioso scellerato! fuor di natura, abbonito, brutale scellerato!... sì, più che brutale!... Va, giovine, vallo a cercare; voglio impossessarmi di lui... Abbominevole scellerato!... Dov’è?

Edm. Nol so, milord. Se vi piace di sospendere il vostro sdegno contro mio fratello, finchè possiate ricavar da lui stesso migliori prove delle sue intenzioni, saggiamente adopererete; mentre, se con violenza procedete contro di lui, trovando ch’egli ha errato, farete una profonda ferita nel vostro cuore, e annienterete il sentimento dell’obbedienza nel cuor suo. Porrei a gaggio la mia vita, onde guarentire ch’egli non scrisse quella lettera che a fine di mettere alla prova la mia affezione per voi, senza alcuna mira pericolosa.

Gloc. Credete ciò veracemente?

Edm. Se vossignoria lo giudica proprio, io vi metterò in parte, dove potrete udirne conferire insieme, e rimaner soddisfatto dalle vostre medesime orecchie; e ciò non più tardi di questa sera.

Gloc. Ei non può essere un tal mostro.

Edm. No, certamente.

Gloc. A suo padre che tanto e sì teneramente lo ama... Cielo e terra!... Edmondo, fallo venire; mettimi in grado di conoscere la sua anima, te ne prego; conduci la bisogna con quella saviezza che ti fu impartita. Vorrei perdere quanto posseggo per conoscere il vero.

Edm. Vado tosto a cercarlo, signore; regolerò il negozio come meglio crederò, e v’istruirò di ogni cosa.

Gloc. Quelle ultime ecclissi del sole e della luna non ne pre-