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118 MOLTO STREPITO PER NULLA

provetto sa coprire le sue gote! Quel rossore non viene esso, come un modesto testimonio, a far fede della sua ingenua virtù? Parlate voi tutti che la vedete; non giurereste da quell’esteriore che ella è anche intatta? Ma no, essa non lo è. Essa ha conosciuto gli ardori di un letto impuro, e il suo rossore prova il suo fallo, non la sua modestia.

Leon. Che intendete voi dire, signore!

Claud. Intendo di non essere accoppiato, e di non unire la mia anima a quella di una impudica conosciuta.

Leon. Caro signore, se avendola sperimentata voi stesso avete vinto le resistenze della sua gioventù e trionfato della sua innocenza...

Claud. Veggo quel che volete dire; se voi avete trionfato di lei, volete dirmi, i suoi amplessi erano rivolti a suo marito. Così potreste palliare la sua debolezza. Ma no, Leonato, io non mai la tentai con una parola troppo libera, ma come un fratello ad una sorella, le mostrai sempre una sincerità modesta, e un amor rispettoso.

Ero. E mi comportai io diversamente con voi?

Claud. Maledetta sia la vostra apparenza, io non vi credo; voi mi sembrate come Diana nei cieli, casta, come il bottone prima di aprirsi; ma il vostro sangue arde di fuochi impuri più di quello di Venere, o di quelle selvaggie e lascive creature che ruggiscono nella febbre dei loro desiderii.

Ero. Claudio, è egli in senno quando parla così?

Leon. Buon principe, non dite nulla?

D. Pedro. Che potrei io dire? Rimango confuso e disonorato dalle cure che mi son prese per unire il mio amico ad una vile cortigiana.

Leon. Codeste parole sono esse realmente profferite al mio orecchio, o deluso rimango io da un sogno?

D. Gio. Esse lo sono realmente, signore, e i fatti son veri.

Ero. Veri! Oh mio Dio!

Ben. Qui non è più question di nozze, a quel che sembra.

Ero. Veri! Oh mio Dio!

Claud. Leonato, sto io qui? È questi il principe e quegli suo fratello? Questa fronte è ella di Ero? e abbiam noi l’uso dei nostri occhi?

Leon. Tutto è così; ma che volete inferirne?

Claud. Lasciatemi muovere una dimanda a vostra figlia, e per quel potere paterno e naturale che avete sopra di lei, comandatele di rispondermi sinceramente.