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ATTO QUINTO 349


Pol. Caro fratello, permettete che quello che è stato cagione di tanti guai, valga a togliervi quell’affanno, che prende egli stesso per sua parte.

Paol. In verità, signore, se avessi potuto prevedere che la vista della mia statua vi avesse fatta sì grande impressione, non ve l’avrei mostrata.

Leon. Non chiudete le cortine.

Paol. Non dovete mirarla di più; la vostra imaginazione arriverebbe forse a persuadersi che ella si muove.

Leon. Ah, piacesse al Cielo! Vorrei esser morto, se non mi pare di già... Chi è l’uomo che l’ha fatta? Guardate, signori; non credereste che ella respirasse, che il sangue circolasse ancora per le sue vene?

Pol. È un capo-lavoro; la vita spira dalle sue labbra.

Leon. Il suo occhio, sebben fisso, sembra mobile, tanto è grande l’illusione dell’arte.

Paol. Vuo’ tirar la cortina; il mio sovrano è così infiammato, ch’ei crederà ch’ella ancor viva.

Leon. Ah mia cara Paolina! lasciatemi crederlo per venti anni di seguito; non v’è ragione che produr possa il piacere, che genera in me questo delirio. Lasciatemela vedere.

Paol. Son dolente, signore, di avervi cagionato quest’eccesso d’emozione, ma potrei affliggervi anche di più.

Leon. Fatelo, Paolina, perchè questa tristezza ha più dolcezze, che le più care consolazioni. Parmi che dalla sua bocca esca una specie di soffio; qual sottil scalpello potè ritrar l’alito! Niuno rida della mia frenesia, io voglio abbracciarla.

Paol. Oh mio caro sovrano! fermatevi. Il vermiglio delle tue labbra è umido ancora. Voi lo guastereste baciandolo, e lordereste le vostre coll’olio della pittura. Chiuderò io la tenda?

Leon. No, per pietà!

Per. Resterei qui sempre a contemplarla.

Paol. Calmatevi, e lasciate questa stanza, o apparecchiatevi ad esser commossi da una meraviglia ancor più grande. Se voi potete sostenerne la vista, io farò muovere quella statua, la farò discendere dal suo piedestallo, e venirvi a prendere per mano; ma allora crederete che io sia aiutata dalle potenze infernali.

Leon. Tutto quello che è in vostro potere di farle fare, sarò contento di esserne testimonio; tutto quello che è in vostro potere di farle dire, sarò contento d’intenderlo: perocchè vi sarà del pari facile il farla parlare, come il farla muovere.