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44 | al polo australe in velocipede |
siare. Non vi sono che i cinesi ed i negri che s’adattino a tale lavoro e sono costretti a scavare il guano di notte, poichè la polvere sospesa in aria ed il riverbero del suolo, di giorno rendono la temperatura insopportabile.
— Sono grandi quei depositi, Wilkye?
— Alle Chincha s’innalzano sovente per trenta e più metri.
— Quanti secoli devono essere stati necessari agli uccelli!
— Molti, senza dubbio.
— Vi è una sola specie di guano?
— No, due: il guano blanco, che consiste in escrementi recenti e il guano pardo che è il più vecchio.
— E si pagano cari?
— Il governo peruviano, che è proprietario delle isole Chincha, ricava parecchi milioni, poichè l’esportazione di quelle isole tocca annualmente le 400,000 tonnellate. Quando visiteremo le isole dell’Oceano australe, troveremo dei grandi depositi, Bisby, e...
— Un momento!... Vedo una bilancia!...
Bisby, abbandonando bruscamente il compagno, s’era precipitato verso un gruppo di uomini cenciosi e luridi che stavano pesando degli ammassi di guano, prima di caricarlo sulle navi.
Respinse bruscamente quegli uomini, gettando addosso a loro una manata di dollari, rovesciò il guano e si sedette trionfante sulla grande bilancia, accennando di pesarlo. Un istante dopo un formidabile urrah usciva dalla gola del negoziante.
— Ohe, Bisby, siete impazzito?... chiese Wilkye.
— No, amico mio, gridò l’omaccio. Urràh! urràh!
— Ma cosa avete trovato infine?...