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gli scorridori del mare 113

parecchie centinaia di migliaia di dollari. Nei magazzini del forte possono guastarsi, quindi io vi proporrei di ricavare oro.

— Sì, sì, oro! — dissero i marinai.

— È quindi necessario recarci in qualche porto e cercare di venderle al migliore offerente.

— E dove andremo? — chiese il secondo.

— A Canton, in Cina.

— A Canton! — esclamarono i marinai, meravigliati dell’audacia del capitano.

— Vi sorprende? — chiese Parry tranquillamente.

— È pericoloso, comandante, andarsi ad ancorare in un porto così frequentato da navi di tutte le nazioni, — osservò il secondo.

— È vero, ma chi ci conosce? Non andremo certamente colla bandiera dei pirati spiegata sul corno. Noi venderemo le nostre merci come buoni trafficanti europei, senza dire nè da dove giungiamo, nè chi siamo.

— Evviva il capitano! Andiamo a Canton! — gridarono i pirati entusiasmati.

— Sarà cosa prudente raddoppiare l’equipaggio, capitano, — disse il secondo.

— Essendo la spedizione pericolosa, non lasceremo al forte che sei uomini onde veglino sulle imbarcazioni e sulle nostre ricchezze, ma guai a loro, — disse Parry con voce minacciosa, — guai a loro se osassero toccarvi una sola moneta d’oro.

— Morte ai ladri! — urlarono in coro i marinai.

Due giorni dopo la Garonna carica di merci e montata da centoquindici uomini, usciva dalla baia, dirigendosi verso il nord-ovest. I sei uomini lasciati nel forte, scelti fra l’antico equipaggio della Garonna, avevano salutata la partenza con una scarica di fucili.

Il vento del sud-est, gonfiando le vele della nave, la facevano filare con bastante rapidità. L’equipaggio, bracciati i pennoni si era sparso per la tolda fumando e ciarlando continuamente.

Il capitano, accompagnato dall’inseparabile secondo, camminavano sul ponte, discutendo sui pericoli che potevano derivare dalla vendita delle merci.

— La nostra spedizione è arrischiata, lo confesso, — diceva Parry, — ma come vedete un giorno o l’altro bisognava decidersi a sbarazzarci di tante merci.

— Questo è vero; ma ditemi, capitano, quando saremo a Canton, a chi le venderete?

— A qualche negoziante cinese. Offrendole con un certo ribasso, sarà cosa facile esitarle.

— Spero che ci fermeremo poco a Canton.

— Il meno possibile.