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le ambizioni d'un calmucco 157


— Signore, — disse il monaco — voi che siete uomini così potenti, volete degnarvi d’accettare l’ospitalità d’un povero mandiki?

— Siamo discesi appunto per questo, — rispose il capitano.

— Io ne acquisterò gran fama e riuscirò forse a realizzare il mio sogno di diventare finalmente ghetzul e chissà, fors’anche hellung.

— Il monaco è ambizioso, — disse Fedoro a Rokoff.

— Perchè? — chiese questi, che non aveva capito niente.

— Questo monaco è un mandiki, ossia uno dei più infimi della casta e si capisce che vorrebbe guadagnare uno degli ordini superiori e diventare ghetzul o, meglio ancora, hellung.

— Ciò non gli ha impedito però d’ingrassare enormemente.

— Sono tutti così rotondi i sacerdoti dei Calmucchi.

— Devono condurre una vita beata.

— Sono i più neghittosi di tutti e anche i più formidabili mangiatori. Vivono alle spalle dei pastori e non pensano che a divorare, bere e dormire.

— I furbi!

— Sono volponi matricolati.

— E dove andava questo prete?

— A quanto ho udito, si reca a Turfan per la festa delle lampade.

— Una cerimonia religiosa?

— E delle più importanti e anche delle più curiose.

— Che il capitano voglia andare a vederla?

— Non mi stupirei. —

Mentre chiacchieravano, il seguito del monaco aveva rizzato le tende, o meglio le kibitkas, formate da pali molto sottili che all’estremità superiore vengono piegati ad arco, in modo da formare una specie di cupola, che poi viene coperta da uno spesso tessuto di feltro.

Nel centro vi si attacca una grossa pietra sospesa a una fune, onde dare al leggiero edificio maggior stabilità e porlo in grado di resistere ai venti, che talvolta soffiano impetuosissimi sugli altipiani dell’Asia centrale e nel deserto di Sciamo.

Il monaco aveva invitato il capitano e i suoi due amici nella sua tenda, che era la più vasta e la più bella, offrendo tosto del kumis, miscuglio composto di latte di cammello agro e d’acqua, non sgradevole, e un mezzo agnello arrostito qualche ora prima.

Il capitano, dal canto suo, aveva fatto portare dal macchi-