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prigionieri nell’abisso 193


— Ce n’è a sufficienza, — disse. — A me l’onore di tentare pel primo la discesa. —

Prima che Fedoro avesse potuto rispondere, l’intrepido comandante si era aggrappato alla corda, lasciandosi lentamente scivolare.

Ben presto si trovò avvolto in una nube di schiuma e di acqua polverizzata. Degli sprazzi, tratto tratto, gli piombavano addosso accecandolo e quasi soffocandolo, mentre il rombo della cascata lo assordava, pure resisteva tenacemente, tenendosi ben stretto alla corda.

Fedoro lo seguiva cogli sguardi, fremendo. Se un nodo si fosse sciolto, quale spaventevole caduta! Il capitano non si sarebbe certamente salvato, il fondo della cateratta essendo irto di rocce sottili come aghi.

A un tratto lo vide scomparire dietro l’angolo della parete, poi udì confusamente la sua voce.

— Deve aver toccato il fondo, — disse Fedoro a Rokoff il quale si era rapidamente svestito.

— A te ora, — disse il cosacco. — Io scenderò ultimo per tenerti la corda ben tesa. Bada di non lasciarti andare prima del tempo e di non cadere in acqua; nessuno potrebbe salvarti e la corrente ti fracasserebbe subito contro le rocce. Se soffri le vertigini, chiudi gli occhi.

— Sì, Rokoff, — rispose il russo.

Strinse la corda con tutta la forza delle mani e si lasciò scivolare adagio adagio per non scorticarsi le palme e le dita. Quella discesa era veramente terribile, con quella cascata che precipitava a pochi passi, fra tutta quella spuma che gli impediva di vedere la rupe, quel fracasso rimbombante e quei getti d’acqua che lo inondavano, freddi come se fossero di ghiaccio liquido.

Due o tre volte, intontito, mezzo soffocato, fu lì lì per perdere la sua energia e lasciarsi andare, non sentendosi più in grado di poter resistere a quella prova tremenda.

A un certo punto sentì due braccia robuste afferrarlo ed attirarlo verso la parete.

— Qui, mettete i piedi qui! — gli gridò una voce agli orecchi. — La discesa è finita. —

Era il capitano che lo aspettava su una piccola piattaforma che si trovava a pochi metri dal fondo della cascata.

— Aggrappatevi a questi sterpi, — disse il comandante