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attraverso il butan | 311 |
— E come? Vi sono anche qui di quei plantigradi?
— Appartenenti ad un’altra famiglia, pure egualmente squisiti, mio caro signor Rokoff. Quello che avete ucciso nel Caracorum era un melaneco; questi che fuggono sono invece dei labiati, più grossi e anche più pericolosi.
— E li lasceremo andare?
— Avete sonno, signor Rokoff?
— No, capitano.
— Accettereste una partita di caccia notturna all’agguato? Siamo scarsi di viveri e prima di lasciare l’India dovrò rinnovare le mie provviste, non desiderando accostarmi ad alcuna città. Per ora gli orsi; più tardi andremo a cacciare nelle jungle, dove i bufali abbondano al pari delle tigri e dei rinoceronti. Questi pochi giorni che passeremo ancora assieme, li dedicheremo alla caccia. Vi piace, signor Rokoff?
— Vorrei che si prolungassero indefinitamente per non lasciarvi.
— Che cosa volete, signor Rokoff? Devo andarmene lontano, molto lontano.
— E dove?
Il capitano col braccio indicò il settentrione.
— Lassù, — disse.
— Ritornerete nel Tibet?
— Più su ancora.
— In Mongolìa?
— Non so, vedremo, — rispose il capitano. — Se dal personaggio che ci accompagna non avessi appreso certe cose, invece di scendere in India vi avrei condotto per lo meno fino al Caucaso, facendovi attraversare il Turchestan e la Persia...; chissà che un giorno, in qualche angolo del mondo ci possiamo ancora incontrare e farvi fare un altro meraviglioso viaggio... speriamolo... Signor Rokoff, ceniamo e poi andiamo a vedere di sorprendere qualche orso.
— Abbondano qui quei plantigradi?
— Il Butan e anche il Nepal sono molto frequentati da quegli animali. Non torneremo colle mani vuote, ve lo assicuro e forse riusciremo ad abbattere anche dei black-bok.
— Che animali sono?
— Dei caproni neri, che hanno delle costolette eccellenti. —
Essendo la cena pronta, mangiarono in fretta, raccomandarono ai compagni di fare buona guardia, dividendosi i quarti,