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126 emilio salgari

— Dottore! — gridò.

Un urlo di rabbia e di disperazione gli rispose.

— Cos’è accaduto? — chiesero Michele e Roberto abbandonando precipitosamente i remi.

— Caliamo a fondo! — gridò il dottore. — I miserabili hanno squarciato il tessuto della scialuppa!

— Mille demoni! — urlò padron Vincenzo, balzando innanzi.

La scialuppa aveva già cominciato a piegarsi sul babordo.

L’acqua entrava a torrenti dalla squarciatura, zampillando e gorgogliando fra le casse ed i barili e scorrendo verso poppa.

I tre pescatori rimuovevano rapidamente il carico per vedere se era possibile di turare quella ferita, mentre il dottore sparava all’impazzata per tener lontani gli avversari che forse nuotavano a breve distanza, in attesa della catastrofe.

— E dunque? — chiese angosciosamente il signor Bandi.

— Dottore! Siamo perduti! — rispose padron Vincenzo, con voce rauca. — Il tessuto è stato tagliato dall’alto in basso.

— Non perdiamo tempo.

— Cosa si deve fare? — chiesero i pescatori che parevano avessero perduta la loro calma abituale.

— Cerchiamo di tenere unite le casse ed i barili e rifugiamoci in quella caverna. Badate che le lampade non si spengano.

— Michele, a te quella di babordo, a me quella di tribordo. Maledetti! Me la pagheranno!

La scialuppa, già quasi piena d’acqua, affondava rapidamente inchinandosi sempre più sul fianco squarciato.

— Attenti alle casse! — gridò il dottore.

— Ho delle funi in mano — disse Roberto.

— Le lampade?

— Le abbiamo — risposero Michele e padron Vincenzo.

— Lasciate andare!

In quel momento la scialuppa mancò sotto i loro piedi scomparendo nelle tenebrose acque del tunnel. Al suo posto però galleggiavano i barili e le casse, urtandosi rumorosamente.

I quattro disgraziati esploratori si erano messi a nuotare vigorosamente. Padron Vincenzo e Michele colla sinistra tenevano alte le lampade, mentre il dottore e Roberto cercavano di spingere quella massa di galleggianti verso la caverna.

Fortunatamente la corrente era debolissima, essendo appena cominciato il deflusso sicchè potevano tenere quasi insieme tutti quegli oggetti galleggianti che per loro rappresentavano ormai l’unica salvezza.

Essendo le casse tutte ermeticamente chiuse e costruite a prova di umidità, non vi era pericolo di vederle affondare e tanto meno i barili. Colle une e cogli altri si poteva quindi formare alla meglio una zattera e cercare di raggiungere lo sbocco della galleria, già non molto lontano, secondo i calcoli del dottore.

Incoraggiandosi ed aiutandosi vicendevolmente, i quattro disgraziati poterono attraversare felicemente il canale e giungere dinanzi alla squarciatura.