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i naviganti della meloria 51

— Sarebbe la morte certa — rispose Vincenzo. — Nessuno potrebbe ritornare nella galleria senza un galleggiante.

— Affrettiamoci: ogni istante che passa, può diminuire la speranza di ritrovarla.

— Lasciate fare a noi, dottore — disse Michele. — Voi rimarrete qui ed accenderete qualche cerino. Ci servirà da faro.

In pochi istanti i tre pescatori si spogliarono, poi si tuffarono nelle fredde e tenebrose acque della grande caverna, mettendosi a nuotare con vigore sovrumano.

Dove andavano? Era impossibile a saperlo. Vagavano a casaccio, talvolta incrociandosi ed urtandosi, od allontanandosi tanto l’uno dall’altro da non udire più le battute dei compagni.

Il timore però di smarrirsi fra quella tenebrosa caverna o di trovarsi improvvisamente dinanzi a qualche pericolo, ed anche la paura rallentava il loro slancio, e dopo trenta o quaranta bracciate, cercavano di accostarsi nuovamente l’uno all’altro.

Nemmeno padron Vincenzo riusciva a vincere quel senso di terrore che gl’inspirava quell’oscurità. Invano faceva appello al proprio coraggio e si ripeteva che alla fine quelle acque non erano diverse dalle altre e che pesci pericolosi non se ne dovevano trovare; poco dopo lo sgomento lo riprendeva e s’affrettava a piegare verso la spiaggia, guardandosi alle spalle come se fosse inseguito da qualche ombra.

Il dottore, in piedi sulla riva, accendeva di quando in quando un cerino, onde i nuotatori potessero orientarsi fra quella profonda oscurità. Di tratto in tratto, con voce sensibilmente alterata, chiedeva se la scialuppa era stata ritrovata, ma riceveva sempre la stessa desolante risposta:

— Niente!

Per una buona ora padron Vincenzo ed i suoi due compagni continuarono le ricerche, ora accostandosi alla sponda ed ora allontanandosi in diverse direzioni, poi tutti, uno dietro l’altro, esausti e scoraggiati, raggiunsero il dottore.

— Nulla? — aveva chiesto il signor Bandi.

— Nulla — aveva risposto padron Vincenzo.

Il dottore aveva lasciato cadere il cerino che teneva fra le dita, e l’oscurità era ripiombata sui quattro disgraziati esploratori.

Per parecchi minuti un cupo silenzio regnò fra di loro. Pareva che l’angoscia avesse paralizzate le loro lingue.

Finalmente padron Vincenzo osò fare una domanda:

— Dottore, cosa accadrà di noi?

Il signor Bandi non aveva risposto. Ripiegato su se stesso, colla testa stretta fra le mani e gli occhi aperti, fissi sulle tenebre, pareva che fosse immerso in profondi pensieri.

— Dottore, parlate — riprese il pescatore dopo alcuni istanti. — Cosa accadrà di noi, se non ritroviamo la scialuppa?

— Non lo so — rispose il signor Bandi, con voce appena intelligibile.

— Siamo perduti, è vero?