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i naviganti della meloria 53

— Dormivate?

— Ero sveglio.

— Eppure io ho udito distintamente un rumore che veniva dal largo.

— Sarà stato qualche pesce.

— No, dottore, m’è sembrato un colpo di remo.

— Un colpo di remo qui? Sognavi, Michele?

— No, dottore, non sognavo. Forse non sarà stato un colpo di remo, ma qualche cosa deve essere avvenuto al largo.

— Se siamo soli?

— Forse sarà caduto dall’alto qualche sasso — disse padron Vincenzo.

— Ah!...

— Cos’hai, Michele? — chiesero il dottore e Vincenzo.

— Non vedete laggiù?

— Dove?

— Là, guardate: la fosforescenza!...

Il dottore e padron Vincenzo si erano voltati vivamente. Dall’apertura della caverna, entravano allora come dei getti di zolfo fuso, distendendosi lentamente attraverso le acque tenebrose.

Erano le falangi delle nottiluche che s’avanzavano nella grande caverna, sospinte dalla marea. Quelle miriadi di polipetti salivano in ranghi fitti, mescolati alle splendide e variopinte meduse, scintillanti come globi di luce elettrica.

Quell’onda di luce si allargava sempre fugando le tenebre. E le acque, poco prima così oscure, ora scintillavano come se sopra e sotto scorressero serpenti di fuoco.

I tre pescatori ed il dottore, in piedi, guardavano con stupore il meraviglioso spettacolo, mille volte veduto ma pur sempre splendido. Una vaga speranza, che però ingigantiva rapidamente, invadeva i loro cuori.

Una barca perduta su quelle acque luminose, doveva essere visibile. Perchè non avrebbero scoperta la loro scialuppa?

— Aprite gli occhi! Guardate bene! — ripeteva il dottore.

Ad un tratto un urlo di gioia irruppe dal petto del bel Roberto.

— Là!... Là!... — aveva esclamato con voce rotta dall’emozione. — Eccola!... Eccola!...

L’onda luminosa aveva allora invasa mezza caverna, e continuava a distendersi. Dal canale, i battaglioni delle nottiluche continuavano ad affluire.

In mezzo a quello scintillìo meraviglioso, gli occhi del pescatore avevano scoperta la scialuppa.

Essa ondulava a mille o milleduecento metri dalla piccola cala, a breve distanza da alcune scogliere che si prolungavano parallelamente alla spiaggia. La grossa ondata, per un caso prodigioso, l’aveva risparmiata, mentre un semplice urto sarebbe stato sufficiente per mandarla a picco.

— Bisogna riprenderla prima che la fosforescenza cessi! — aveva gridato il dottore.

Padron Vincenzo e Michele, i due più abili nuotatori, in pochi istanti