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80 emilio salgari

alberi morti e nelle cantine, però di dimensioni molto maggiori. Infatti ve n’erano taluni che avevano trenta o quaranta centimetri di circonferenza, con un’altezza di sette od otto pollici.

Mentre il dottore ed i suoi compagni stavano osservandoli, udirono nuovamente il rombo. Questa volta pareva che uscisse da una grande arcata che si vedeva delinearsi confusamente al di là della rupe.

— Sono vere esplosioni — disse il dottore. — Che vi sia qualche vulcanetto in questi dintorni? Mi sembra di sentire odor di zolfo o di materie bituminose.

— È vero, signore — disse Michele.

— Cerchiamo un passaggio fra queste rupi.

— Badate, dottore — disse Vincenzo.

— Non temere, amico; se vi sarà qualche pericolo, ci affretteremo a ritornare.

Dopo aver superata, con non pochi rischi, un’altra rupe, trovarono una specie di gola strettissima, cosparsa di frammenti di marmo bianchissimi che si potevano scambiare per pani di zucchero infranti da qualche maglio enorme e fiancheggiata da due pareti lisce, tagliate a picco.

Pareva che, anticamente, quel passaggio avesse servito di letto a qualche impetuoso torrente.

La via era aspra, in causa soprattutto di quei pezzi di roccia, ma il dottore ed i suoi compagni superarono ben presto quegli ostacoli sboccando in un avvallamento assai profondo. Di fronte a loro si rizzava una parete gigantesca, la cui cima smarrivasi fra le tenebre. Era perfettamente liscia, impossibile a scalarsi; però, guardando verso destra, il dottore credette di scorgere una specie di arcata che poteva indicare o qualche passaggio o l’entrata di qualche caverna.

— Là — diss’egli.

Stava per slanciarsi in quella direzione, quando vide una specie di lampo rossastro balenare al di sotto di quell’arcata, seguìto poco dopo da quel rombo che già avevano udito prima.

— Avete veduto, signore? — chiese padron Vincenzo.

— Sì — rispose il dottore.

— Laggiù vi deve essere l’inferno.

— Qualche cosa di simile — rispose il signor Bandi, ridendo. — Avete paura a seguirmi?

— Se andate voi, verrò anch’io.

— E anche noi — dissero Michele e Roberto.

— Allora vi mostrerò una eruzione di lave. Sarà uno spettacolo che ve lo ricorderete per un pezzo e che ben pochi hanno potuto osservare.

— E non ci abbruceremo?

— Non temere, Vincenzo. Venite, amici!