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Una pesca straordinaria 151


tano dei cosacchi, dopo di essersi ben convinto che le alghe non cedevano sotto il suo peso, — e occupiamoci dei volatili.

Noi faremo dei terribili massacri e approvvigioneremo lo Sparviero per due mesi almeno. —

Essendo i sargassi ricchissimi di pesci e di crostacei, vere nubi di volatili piombavano di quando in quando su quelle immense praterie, cacciando vigorosamente.

Vi erano piccioni del Capo, bellissimi uccelli marini dal volo leggero e dalle penne variopinte bianche e grigie, disposte quasi a scacchi; dei prion turtur, non più grossi di una tortora, colle penne grigio-turchine sopra e bianche di sotto; delle sule grossissime, volatili stupidissimi che si lasciano prendere colle mani, delle fregate colle ali e le code somiglianti a quelle dei falchi e degli albatros, i quali scendevano in gran numero in compagnia dei pesanti rompitori d’ossa, le procellarie giganti.

I cacciatori, che si erano armati di buonissimi fucili carichi a pallettoni, non tardarono ad aprire il fuoco, facendo cadere numerosi volatili, mentre i marinai s’impadronivano di moltissimi diodon e di merluzzi, nonchè di una rispettabile quantità di quei grossi e ferocissimi granchi, che sono i più formidabili nemici dei piccoli cefalopodi che si celano a milioni fra le bacciferum.

Avevano già sparato una cinquantina di fucilate, facendo cadere fregate, albatros, rompitori d’ossa e rondoni di mare, quando delle grida altissime mandate dai sei marinai, interruppero bruscamente la loro partita di caccia.

— Che siano affondati fra le alghe? — disse il capitano dei cosacchi. — Per le steppe del Don!... Sarebbe come se fossero caduti fra le sabbie mobili!...

— Ma no, — disse il comandante, il quale si era rapidamente voltato. — Sono tutti là, colle reti in mano, sull’orlo del canale.

— Eppure qualche cosa di grave deve essere accaduto, — disse Boris.

I marinai infatti continuavano a gridare ed erano vere grida di spavento quelle che mandavano.

— Accorriamo! — gridò Rokoff.

Anche il capitano dello Sparviero e Liwitz avevano lasciata la macchina volante e balzavano attraverso i sargassi, armati di grosse carabine.

Boris, Wassili ed i loro due compagni stavano per raggiungere i