Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/196

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— E cosa faremo intanto? — chiese il ragazzo.

— Staremo in guardia, e alla prima occasione pianteremo i pagani e i loro alleati. Una voce mi dice che il gaucho ci farà sapere sue nuove molto presto, e io credo ai presentimenti, ragazzuccio del mio cuore.

Erano allora giunti sulla riva del Rio Negro, che era ingombra di persone giunte dall’accampamento, vecchi, donne e fanciulli, conducenti gran numero di cavalli carichi di tende bene ripiegate, di coperte, di attrezzi d’ogni sorta e di grosse provviste di charquì (carne secca).

Il capo Hauka passò rapidamente in rivista le sue genti, che non attendevano che il segnale per partire, staccò un’avanguardia di trenta guerrieri scelti, muniti di grosse corconillas, che dovevano supplire le tende durante la notte, si mise alla testa di questa e partì verso il nord di gran trotto. Tutti gli altri, comprese le donne, senza le quali il Patagone non si mette mai in campagna, dovevano seguirlo a piccole tappe, mantenendosi però ad una distanza di poche leghe dall’avanguardia, onde, in caso di bisogno, aiutarla nei primi scontri.

Cardozo, Diego e l’agente del Governo, che colle loro carabine erano d’un aiuto potente, facevano parte dell’avanguardia.

La piccola truppa, dopo d’aver attraversato il bosco, si slanciò attraverso la grande prateria, che appariva sgombra di qualsiasi ostacolo e coperta di sole piante graminacee, dette tussak.

A poche miglia dal fiume i Patagoni incontrarono i loro compagni che si erano slanciati sulle tracce dell’uomo che aveva sparato il colpo di fucile; avevano i cavalli semi-rattrappiti per la lunga corsa, e non erano riusciti a raggiungere il fuggiasco, che era scomparso verso il nord, in direzione del Rio Colorado.

Diego e Cardozo s’affrettarono a interrogarli, ma nulla riuscirono a sapere. I Patagoni non erano stati capaci di distinguere il fuggiasco, che aveva già guadagnato un immenso tratto di via, fino dal principio della caccia.