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il treno volante 71

molto in un animale così coraggioso e dotato di una forza straordinaria, di poco inferiore a quella dell’elefante.

Già cominciava a dare qualche segno d’impazienza, abbassando e drizzando le orecchie e battendo il suolo con le sue larghe zampe.

— Sta per venire — disse l’arabo, il quale non Io perdeva di vista. — Il suo assalto sarà impetuoso e rovescerà un bel numero di tronchi del banano.

— Lo arresteremo con del piombo — disse il tedesco. — Le nostre armi sono di prima forza e le nostre palle bucheranno la sua corazza ad onta del suo spessore.

Il rinoceronte si avanzava sotto le immense foglie del banano, strappando violentemente i numerosi tronchi che gli impedivano il passo.

Si era accostato di una quarantina di metri al tronco principale ed aveva abbassato la testaccia per prepararsi a caricare, quando, un ruggito formidabile, partito da una macchia di bauchinie, lo arrestò di colpo.

— Un leone! — esclamò l’arabo.

— Siamo in buona compagnia — disse il greco.

— E ci sbarazza forse del rinoceronte — spiegò El-Kabir.

— Che impegnino battaglia fra loro? — domandò il tedesco.

— Assisteremo ad una lotta tremenda — rispose l’arabo.

Il rinoceronte aveva risposto a quel ruggito con un lungo sibilo; poi con una celerità sorprendente per la sua immane massa di carne si era voltato a mostrare il suo corno aguzzo.

— Che si mostri subito il leone? — chiese il greco.

— Non è un animale pauroso e accetterà la sfida — disse El-Kabir.

— E a chi toccherà la peggio?

— Nè all’uno nè all’altro, forse. Il leone è troppo agile per lasciarsi infilzare dal corno ed il rinoceronte ha la pelle troppo dura per farsela lacerare dalle unghie del nemico.

Un secondo ruggito più forte del primo e che fece tremolare perfino le larghe foglie del banano, scattò dalla macchia: poi