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Assediato dai pecari. 101

Anzi di quando in quando tornavano furibondi, galoppavano intorno alla pianta, urlando come se venissero scannati, poi tornavano in mezzo ai cespugli cercando bacche e radici.

Il mozzo cominciava ad averne fino sopra i capelli di quell’assedio che minacciava di prolungarsi indefinitamente. Non già che fosse inquieto per se stesso, ma pel povero Alvaro che doveva trovarsi alle prese colla sete e colla fame.

Già due o tre volte si era provato a scendere, credendo che i pecari si fossero allontanati, ma appena si aggrappava alla liana li vedeva subito tornare al galoppo. Anche cercando le bacche e le radici lo sorvegliavano attentamente.

La giornata trascorse così in continue ansie pel povero ragazzo, il quale trovava le ore eternamente lunghe ed il sole molto pigro. Il suo pensiero era sempre rivolto al signor di Correa che doveva ben impazientirsi di quell’inesplicabile ritardo, e crederlo fors’anche morto.

Finalmente anche il sole tramontò e le tenebre invasero bruscamente la foresta.

Il mozzo vide con gioia che i pecari cominciavano a coricarsi fra i cespugli che circondavano l’albero. Quei testardi non volevano però ancora levare l’assedio, più che mai risoluti a vendicare i loro compagni.

— Pare impossibile! — esclamò il mozzo. — Se fossero uomini comprenderei la loro cocciutaggine, ma delle bestie! Il signor Alvaro stenterà a credere che io sia rimasto assediato per tanto tempo.

Attese un paio d’ore prima di osare di muoversi, temendo che quei maledetti animali avessero collocato delle sentinelle presso l’albero, poi caricò l’archibugio, si appese alla cintura un paio di frutta dell’albero del pane e la scure e lasciò silenziosamente il ramo, aggrappandosi a delle liane che giungevano fin presso il suolo.

Al di sotto tutto era silenzioso. Non udiva che in lontananza i fischi e gli stridi prolungati delle parraneca che dovevano essere numerose nell’immensa palude.

Si lasciò scivolare dolcemente lungo la liana, soffermandosi di quando in quando per ascoltare, poi rassicurato dal silenzio, continuò la discesa finchè toccò il suolo.

I pecari non si erano svegliati; russavano tranquillamente in mezzo ai cespugli.

Impugnò l’archibugio per la canna e si allontanò adagio ada-