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214 Capitolo Ventiduesimo.

Fra i cespugli fracassati dalla possente coda del rettile presero alcuni rami e formarono una specie di barella legandola con delle liane e coprendola con uno strato di foglie di palma.

Il marinaio non aveva ancora aperti gli occhi, tuttavia non vi era da inquietarsi essendo il suo sonno abbastanza tranquillo.

La febbre però era sopraggiunta ed un intenso rossore coloriva la sua faccia.

Alvaro lo sollevò dolcemente e lo depose sulla barella, poi si misero in cammino avanzando lentamente.

Il mozzo resisteva tenacemente, dando prova d’una forza poco comune per un ragazzo della sua età; era ben vero però che aveva temprati i suoi muscoli nell’acqua marina e nel catrame dei paterazzi e delle sartie delle caravelle.

Procedettero per una mezz’ora, attraversando macchie e macchioni, senza incontrare nessun animale, poi fecero una breve sosta quindi ripartirono cercando di dirigersi verso l’ovest, trovandosi la savana sommersa in quella direzione.

Continuarono così tutta la notte con frequenti fermate e all’alba, entrambi sfiniti, s’arrestavano sul margine d’un colossale gruppo di piante cariche di frutta grosse come mele e di color bruno scuro, che avevano già altre volte vedute e anche assaggiate.

Avevano appena deposto a terra il ferito e si preparavano a saccheggiare qualche pianta, quando lo udirono a mormorare con voce debole:

— Acqua... signor Viana...

— Come vi sentite Diaz? — chiese Alvaro, mentre il mozzo si cacciava nella macchia per cercare qualche fossatello.

— Ho la febbre, signore e assai forte e mi sento debolissimo. Quel jaguaro mi ha conciato per bene. —

Aveva aperti gli occhi e si guardava intorno.

— Delle sapota! — esclamò ad un tratto, cercando di alzarsi. — Ecco un buon rimedio contro la febbre.

— Che cosa sono queste sapota? — chiese Alvaro.

— Delle piante preziose. Le frutta sono eccellenti e la linfa è un ottimo, anzi miracoloso febbrifrugo. È una vera fortuna che voi vi siate fermati quì.

Tutti gl’indiani conoscono quel rimedio. Tagliate alcuni rami e portatemeli.

Fra qualche ora la febbre diminuirà. —