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Pagina:Salgari - L'Uomo di fuoco.djvu/65

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Nelle foreste brasiliane. 59

Si rannicchiarono nel cavo della summaneira, l’uno presso l’altro e non tardarono ad addormentarsi, malgrado le loro apprensioni.

I batraci dopo essersi sfiatati per un paio d’ore, a poco a poco zittivano. Si udiva ancora che qualche salva di fischi o di muggiti, poi la foresta tornava silenziosa.

Al mattino i due naufraghi, che avevano dormito tranquillamente tre o quattro ore, furono svegliati da un altro concerto, meno assordante però, che si eseguiva fra i rami del gigantesco albero.

Era una banda di mahitaco, piccoli pappagalli dalla testa turchina e le penne verdi, incorreggibili chiacchieroni che gridano a piena gola per delle intere ore, senza mai un istante di tregua.

— In piedi, Garcia, — disse Alvaro stiracchiandosi le membra. — Il sole è già alto e la colazione forse ancora lontana mentre l’appetito è in aumento. Non dimentichiamo che il cuoco della caravella si trova nel ventricolo dei selvaggi.

— Dove andremo a cercarla, signore? — chiese il mozzo.

— Ci deve essere qualche stagno o qualche palude in questi dintorni, — rispose Alvaro. — Andiamo a esplorare verso il luogo ove le rane ed i rospi cantavano.

In mancanza di selvaggina ci accontenteremo di un buon arrosto di pesci. —

Raccolsero e divorarono alcune pinha, cambiarono la carica agli archibugi per tema che l’umidità della notte avesse guastata la polvere e appesisi i due barilotti si cacciarono in mezzo agli alberi.

In quel luogo la foresta non era più folta come nel tratto che avevano percorso il giorno precedente, essendo formata d’alberi d’alto fusto e di grossezza enorme che non potevano crescere gli uni accanto agli altri.

Erano palme gigantesche, alte più di sessanta metri, appartenenti a quella specie detta della cera perchè dal tronco e anche dalle foglie si estrae una materia grassa che serve benissimo alla fabbricazione delle candele.

Se ne trovano in gran numero nelle foreste brasiliane e anche sulle sierre dell’interno, potendo crescere fino ad un’altitudine di tremila metri, quindi anche sulla grande catena delle Cordigliere.

A quell’epoca gl’indiani non utilizzavano che le sue frutta, o meglio il germoglio, che è un cibo abbondante e sano, con un