Pagina:Salgari - La Sovrana del Campo d'Oro.djvu/235

Da Wikisource.

Springs. Avuti cavalli e viveri, il colonnello ed i miei compagni partirono subito per Deflance.

— E voi, perchè siete rimasto qui? — chiese Harris.

— Per spiare le mosse dei negri e dei vaqueros e seguirli fino alle miniere, possibilmente.

— Avete scoperto le loro tracce?

— Sì, ier sera.

— Dove si dirigono?

— Scendono nel Gran Cañon. Quei banditi cercano indubbiamente di unirsi a Will Roock.

— E dove vi raggiungerà il colonnello? — chiese Blunt.

— Dove io mi fermerò. Il mio cavallo porta un ferro in forma di trifoglio ed i miei compagni non avranno difficoltà a seguire le mie tracce. L’impronta che lascerà il ferro non si può confondere con quelle degli altri cavalli; ed ora che vi siete abbastanza riposati, scendiamo anche noi nel Gran Cañon, — concluse il cow-boy.

— Seguendo il sentiero percorso dagli Apaches? — chiese Harris.

— No, ne esiste un altro, e forse migliore. Non perdiamo tempo. Mi preme non lasciarmi distanziare troppo.

Lasciarono il cliff, ed il cow-boy, tenendo il cavallo per le briglie, percorse il sentiero che conduceva verso l’abisso, seguito da Blunt e da Harris.

Giunto sul margine, guardò per alcuni istanti il baratro che s’apriva ai suoi piedi, dal cui fondo s’alzava una nebbia leggera che impediva di scorgere il Colorado, poi si mise a rasentare le rupi, raccomandando ai due californiani di posare i piedi con estrema cautela per non scivolare nell’abisso.

Marciarono per un’ora, sempre in silenzio, poi si trovarono dinanzi ad un passo strettissimo, ad un altro Cañon, scavato anch’esso dalle acque, che scendeva tortuosamente, fra un caos di rupi, massi enormi e di pareti granitiche variamente colorate.

Lungo le fenditure pendevano immensi festoni vegetali, in mezzo a cui svolazzavano coppie di pettirossi e di uccelli beffatori; si udivano cantare gli usignuoli di Virginia e i tropioli dalla testa aranciata. In alto, invece, s’incurvavano sulla spaccatura i faggi, e le acace spinose che dànno una specie di fava mangiabile; sulle rocce si ergevano pini immensi, alti settanta od ottanta metri, che producono enormi pigne, di forma conica, lunghe un buon piede.

Gli animali che pascolavano sull’orlo delle rupi, udendo il rumore prodotto dai ferri del cavallo, scappavano con rapidità fulminea, spiccando agilissimi salti.

Erano bicornie, ossia montoni di montagna, che somigliano piuttosto alle capre pur avendo forme più massicce, con grandi corna