Pagina:Salgari - La Stella Polare.djvu/124

Da Wikisource.
116 Capitolo undicesimo

alla confluenza col Kola, la cittadella omonima. È ricco d’acqua, molto largo e durante la buona stagione permette alle grosse barche di spingersi fino a quel piccolo centro commerciale.

Oltrepassata la baia la Stella Polare che procedeva con la velocità media di sei nodi all’ora, filò fra la costa di Murman e l’isola disabitata di Kildin, proseguendo la sua corsa verso l’est.

Anche al di là di Kildin, nessuna traccia di ghiaccio, quantunque la temperatura si fosse notevolmente abbassata, in causa del vento del nord.

S. A. R. che scrutava attentamente il largo, non riusciva a vedere un solo banco di ghiaccio e ciò gli rincresceva, essendo desideroso di vedere alla prova la sua nave.

– Forse ne incontreremo all’entrata del mar Bianco, – gli aveva detto il capitano Evensen. – I ghiacci non mancano mai in quel luogo. –

L’indomani la Stella Polare passava dinanzi alla foce del Woronje, corso d’acqua che nasce nel lago di Lujawrurt e che bagna, presso la sua uscita in mare, un villaggio minuscolo, Gawriloka, abitato da pochi lapponi e da alcuni pescatori.

– Quel fiume mi ricorda un tragico fatto, – disse il capitano Evensen, volgendosi verso l’ingegnere di macchina che stava discutendo con le guide alpine.

– Qualche tremendo naufragio? – chiese il signor Stökken.

– No, un assalto d’orsi bianchi.

– Qui, su questa costa? – chiese l’ingegnere, con stupore.

– Sì, signor Stökken.

– Io non ho mai udito raccontare che vi siano orsi bianchi in Lapponia.

– Ed i ghiacci polari non li contate per nulla?... Voi sapete che durante l’inverno gli ice-bergs scendono molto verso il sud, bloccando tutte queste coste.

– Questo è vero, signor Evensen.

– Non dovrebbe quindi stupirvi se degli orsi bianchi, imbarcati su di un banco di ghiaccio, siano giunti fino qui.

– Infatti la cosa non sembrerebbe impossibile, – disse l’ingegnere. – E cos’è che quei feroci carnivori hanno assalito?