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120 Capitolo undicesimo

ponte, fermandosi di preferenza sopra il boccaporto della camera comune.

Lo credete? Quell’assedio durò nientemeno che cinque giorni, e chissà quanto si sarebbe prolungato senza la presenza di spirito di un cacciatore di Gawriloka.

Quell’uomo aveva contratto amicizia con un marinaio del veliero. Non vedendolo più tornare a Gawriloka, sospettò che qualche grave avvenimento fosse accaduto a bordo e volendo accertarsene, un mattino si spinse verso la foce del fiume.

Visto che la nave era piena d’orsi, tornò frettolosamente alla borgata per dare l’allarme.

Una spedizione fu organizzata dai più valenti cacciatori di Gawriloka e mosse alla liberazione del veliero. La battaglia fu aspra, sanguinosissima, ma la vittoria rimase ai salvatori.

Tutti gli orsi furono uccisi sul ponte della nave e la pelle del più grosso, a ricordo di quello strano avvenimento, fu regalata al capitano, il quale deve ancora conservarla.

– E la nave? – chiese l’ingegnere.

– Dovette starsene alla foce del fiume fino alla primavera. Scioltisi i ghiacci, fece ritorno ad Arcangelo dove io potei visitarla. Signor Stökken!...

– Cosa desiderate signor Evensen?

– Io credo che il Duca sarà contento.

– Che cosa volete dire?

– Se i miei occhi non s’ingannano, verso l’est, in direzione del mar Bianco, vi sono dei ghiacci.

– Buono!... Proveremo la prora della Stella Polare.

– Oh!... Non temete! Il signor Colin Acher, che si prese l’incarico di modificare e di rinforzare la nostra nave, ha fatto le cose per bene. Un uomo che ha costruito il Fram del nostro Nansen, deve intendersene di riparazioni.

– Saranno ghiacci molto solidi?

– Non lo credo. Avremo da fare con semplici banchi, streams e palks.

– Niente ice-bergs?

– Le montagne di ghiaccio le incontreremo presso le coste della Nuova Zemlia.