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Accampamento a terra 283

oggetti indispensabili che rinchiudeva nella sua stiva e nelle sue cabine.

Intanto furono subito preparati gli attendamenti per porsi al riparo dai primi geli. Non essendo la nave più servibile, era stato deciso di svernare a terra, evitando così le pericolose pressioni.

Per buona ventura, il Duca aveva previsto anche questo caso e aveva dotata la spedizione di vaste tende, capaci di combattere efficacemente i terribili freddi dell’inverno polare. Una soprattutto, misurava otto metri quadrati e doveva diventare, durante i grandi freddi, il quartier generale della spedizione.

Tutti adunque si misero alacremente al lavoro per allestire gli accampamenti. Mentre alcuni marinai vuotavano la nave, che era stata imprigionata a soli duecento metri dalla spiaggia e molto sbandata, altri rizzavano le tende e costruivano, sulla morena, con casse vuote, gli alloggi pei cani, scegliendoli secondo i loro umori e le loro simpatie onde non si mordessero, come pur troppo avevano sempre fatto dal giorno del loro imbarco.

Il primo a prepararsi l’alloggio fu naturalmente il cuoco. Bravo uomo quel canavesano, attivo, intelligente e di umore sempre lieto.

E poi, figuratevi! Era stato bersagliere nel nono reggimento sotto il comando del colonnello Manassi!... Come non poteva essere un uomo allegro?...

La sua abilità poi come cuoco era indiscutibile e aveva soddisfatto tutti. Si ricordava sempre di essere stato il capo ranciere del nono reggimento, un ranciere invidiato da tutti gli altri corpi e segnalato come un cuoco modello.

Aveva subito piantati i suoi fornelli e messe in ordine le sue pentole, proibendo severamente a tutti di mettere i piedi nel suo santuario culinario.

L’attendamento e l’erezione dei magazzini destinati a conservare i viveri, richiesero parecchi giorni, ma finalmente tutto fu pronto. La bandiera italiana fu piantata sulla tenda maggiore, i letti formati da sacconi di pelle d’orso furono disposti in bell’ordine, le stufe collocate a posto e messa in regola perfino la piccola biblioteca, formata esclusivamente di libri marinareschi ed avventurosi. Vi erano però anche le Memorie di Napoleone I.