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302 Capitolo undicesimo

una via fra tanti ostacoli. Ora erano costretti ad abbattere a colpi di piccone, una punta che impediva il passaggio alle slitte, più oltre dovevano spianare la via, più innanzi costruire ponti di ghiaccio.

Ad ogni istante le slitte si rovesciano, le corde si spezzano, casse e cassette cadono e bisogna rifare il carico, oppure i cani, poco obbedienti per natura, fanno corse improvvise sulla pista d’una volpe e capitombolano in qualche crepaccio, imbrogliando le corde e guastando i veicoli.

Anche le cadute degli uomini sono frequenti. Ora è il ghiaccio che frana improvvisamente sotto i loro piedi, ora è la neve che si sprofonda. La rifrazione, così comune in quelle regioni, giuoca di frequente dei brutti tiri, ingannando l’occhio.

Talvolta gli esploratori credono di varcare un piccolo crepaccio e saltano.... cadendo invece in fondo ad un canale largo parecchi metri. La rifrazione aveva ingannato la misura, facendola apparire breve mentre era molto più larga. Talvolta invece è il vento del nord, freddissimo, che rende penosa la marcia. Solleva nembi di nevischio che avvolgono la carovana, acciecandola, e che screpola dolorosamente le carni del viso quantunque protetto dal cappuccio abbassato.

Malgrado tanti ostacoli e tante fatiche, la carovana si avanza animosamente, seguendo le coste della Terra Principe Rodolfo.

Alle sei si rizzano le tende e s’accampa in mezzo ai ghiacci.

Gli uomini divorano avidamente il pasto preparato in fretta, cucinato sulle lampade, poi si cacciano nei sacconi di pelle d’orso, stringendosi gli uni addosso agli altri per conservare maggiormente il calore.

Le vesti sono incrostate di ghiacciuoli, gli stivali sono diventati così duri da non poterli levare bisognerebbe farli a pezzi. Nessuno osa levarsi i grossi guanti di pelle: facendolo sanno bene di correre il pericolo di aver le mani gelate e di dover subire l’amputazione.

Al mattino la carovana si rimette animosamente in marcia, dopo di aver sgelati gli occhi che durante la notte si sono coperti di un velo di ghiaccio.

La via è orribile. Giganteschi ice-bergs e piramidi e cupole innumerevoli sbarrano la via alle slitte.