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L’imboscata di Jaragua 285

El Caney, Aguadores e Guantamano, località situate all’est della piazza assediata.

A quel bombardamento, intrapreso la notte del 15 e 16 giugno, per la prima volta fu fatto uso dei cannoni a dinamite, imbarcati sull’incrociatore americano il Vesuvius e dai quali gli yankees si promettevano meraviglie.

Quella piccola nave non stazzava che trecentosettanta tonnellate, quasi quanto l’Yucatan, ideata dal capitano Zalinski e costruita nel 1888, era armata di tre cannoni del calibro di 38 e lunghi sedici metri, colla culatta grossa e la canna invece sottilissima.

Le loro cariche consistevano in obici contenenti duecentocinquanta libbre di dinamite e venivano sparate per mezzo dell’aria compressa, onde non determinare lo scoppio di quelle quantità enormi di materie esplodenti.

Le speranze degli assedianti non corrisposero però all’aspettativa, in causa della poca portata di quei cannoni. Non furono lanciati che tre obici ed un solo cadde sulle scogliere dell’isola Smith, entro il canale di Santiago, facendo più fracasso che danno, poichè le sole rocce provarono gli effetti di quell’orrendo scoppio.

La mattina del 17 la situazione degli assediati era invariata, poichè il bombardamento non aveva causato gravi danni.

Però si era saputo che un corpo di fanteria marina americana, appoggiato da alcune corazzate, era riuscito a sbarcare a Guantamano, dopo che il villaggio e le opere di difesa provvisorie costruite dagli spagnuoli erano stati distrutti dalle granate delle navi.

I difensori di quella località erano stati costretti a ritirarsi dinanzi alla pioggia d’obici, e si erano trincerati solidamente nelle foreste per impedire l’avanzata dei nemici e per evitare il pericolo che si collegassero cogl’insorti.

Quella notizia non aveva mancato di produrre una profonda impressione negli assediati, tanto più che da un istante all’altro si aspettava l’arrivo della grossa spedizione americana che si diceva già partita da Tampa, per prendere Santiago alle spalle e costringerla alla resa, assieme alla squadra spagnuola, resa ormai quasi impotente.

Ad accrescere le apprensioni, durante la giornata, le due squadre americane riprendevano il bombardamento con maggior violenza, soprattutto verso Guantamano e Aguadores per impedire alle forze spagnuole di assalire e di cacciare in acqua i marinai sbarcati.

Più di mille granate furono lanciate contro le batterie esterne del canale di Santiago e sulle spiaggie di Aguadores, causando danni rilevanti. Ciò però non impedì che le truppe spagnuole accampate nei boschi respingessero la fanteria della marina americana sbarcata a Guantamano, costringendola a rifugiarsi sotto la protezione delle loro corazzate, dopo d’aver lasciati numerosi cadaveri intorno al distrutto villaggio.