Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/197

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pressato; e senza fargli pigliar fiato, sel gettò con le gambe in aere per dietro le spalle, e sì lungo, come era, il distese in quella polvere. La maraviglia, le risa, e i gridi de’ pastori furono grandi. Di che Ursacchio prendendo animo, disse: Non possono tutti gli uomini tutte le cose sapere: se in una ho fallalo, nell’altra mi basta avere ricovrato lo onore: a cui Ergasto ridendo, affermò che dicea bene; e cavandosi dal lato una falce delicatissima col manico di bosso, non ancora adoprata in alcuno esercizio, glie la diede; e subito ordinò i premi a coloro, che lottare volessero, offrendo di dare al vincitore un bel vaso di legno di acero, ove per mano del Padoano Mantegna, artefice sovra tutti gli altri accorto ed ingegnosissimo, eran dipinte molte cose: ma tra l’altre una Ninfa ignuda, con tutti i membri bellissimi, dai piedi in fuori, che erano come quelli delle capre; la quale sovra un gonfiato otre sedendo, lattava un picciolo Satirello, e con tanta tenerezza il mirava, che parea che di amore e di carità tutta si struggesse: e ’l fanciullo nell’una mammella poppava, nell’altra tenea distesa la tenera mano, e con l’occhio la si guardava, quasi temendo che tolta non gli fosse. Poco discosto da costoro si vedean due fanciulli pur nudi, i quali avendosi posti due volti orribili di maschere cacciavano per le bocche di quelli le picciole mani, per porre spavento a duo altri, che davanti loro stavano; de’ quali l’uno fuggendo si volgea in dietro, e per paura gridava: l’altro caduto già in terra piangeva, e non possendosi altrimenti aitare, stendeva la mano per graffiarlo. Ma di fuori del vaso