Pagina:Santucci Sulla melodia Lucca 1828.djvu/44

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oltrepassati tutti i confini d’una saggia moderazione, c nella quautità e qualità degli strumenti, che adoperano; e nel continuo esercizio, in cui li tengono; e ne’ suoni acutissimi, che penetrano le tempie; e nel fracasso orribile, che stordisce ogni testa. Ond’è che i canti de’ primi s’odono, si gustano, e producono il bramato effetto: quei de’ secondi, restando sopraffatti da una garrula turba di strumenti, che mai non fan posa, nè possono udirsi, nè gustarsi, e producono l’effetto di sbalordire bensì, ma non di dilettare, e muovere gli uditori (5).

XVI. Ma, qualche volta almeno, cessa quel continuo e fastidioso rumore: ed una dolce melodìa, senza alcuno (6) o con modesto accompagnamento, molce gratamente le orecchie dell’affaticato uditore, il quale riposa, gode e si compiace di quella calma improvvisa . Simile appunto ad un pellegrino, che avendo lungamente viaggiato per un bosco ingombro di stèrponi, di bronchi e di spine, se si avvenga fortunatamente in un ameno praticello, invitato dal mormorio delle acque che scorrono all’intorno, e da un fresco venticello che spira, stanco riposa sulla molle erbetta, e si riconforta dopo le sofferte fatiche del suo lungo e penoso viaggio. Questa imagine, che sovente si è presentata alla mia mente, spiega assai chiaro ciò che testé vi diceva, e condanna altamente molti de’ nostri sconsigliati giovani compositori .

XVII. Ma tant’è: costoro si sono messi in testa (e disgraziatamente l’hanno di già eseguita) la massima fatale di sacrificare la musica composizione, non