|
libro primo - capitolo v |
129 |
potrebbono andarci senza pericolo, imperocché avendo il pontefice aderenti per tutta Italia, che portano acerbo odio alla
dottrina de’ protestanti, gran pericolo vi è d’insidie e occulti
consegli; oltra che, dovendo andar in persona molti dottori
e ministri (non essendo conveniente trattar cosa di tanta importanza per procuratori), sarebbe un lasciare le chiese desolate. E come possono consentire nel giudicio del papa, che
non ha altro fine se non di estirpare la dottrina loro, che
egli chiama eresia, e non si può contenere di dirlo in tutte
le bolle sue, eziandio in quella dove intima il concilio; e
nella bolla, che fece simulando di voler riformare la corte
romana, espressamente ha detto di aver convocato il concilio
per estirpare l’eresia luterana; e ne fa dimostrazione con effetti, incrudelendo con tormenti e supplicii contra li miseri
innocenti che per loro conscienza seguono quella religione?
E come potranno accusare il pontefice e li suoi aderenti, quando
egli vogli essere giudice? E l’approvar il suo breve non esser
altro che consentire nel suo giudicio. E però aver dimandato
sempre un concilio libero e cristiano, non tanto perché ognuno
possi parlare liberamente e vi siano esclusi li turchi e infedeli, ma perché quelli che sono collegati insieme con giuramenti e altri patti non siano giudici, e perché la parola di
Dio sia presidente e difinisca tutte le controversie. Che sanno
benissimo esser degli uomini dotti e pii nelle altre nazioni;
ma sono anco certi insieme che, se la immoderata potenzia
del pontefice sará regolata, non solo li loro teologi, ma molti
altri che al presente, essendo oppressi, stanno nascosti, s’affaticheranno per la riforma della Chiesa. Che non vogliono
disputare del sito e opportunitá della cittá di Mantova, ma ben
dire che, essendo la guerra in Italia, non possono esser senza
sospetto. Del duca di quella cittá basta dire che egli ha un
fratello cardinale, dei primi della corte. Che in Germania sono
molte cittá non meno comode che Mantova, dove fiorisce
l’equitá e la giustizia; e in Germania non sono noti e inusitati quei occulti consegli e clandestini modi di levare gli uomini di vita, come in alcuni altri luochi. Nelli antichi concili
Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i |
|
9 |