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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/143

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libro primo - capitolo v 137


quei due prencipi in pace, se ben il fine piú principale era di tirar in casa sua il ducato di Milano. In quel luoco il pontefice, tra le altre cose, fece ufficio con tutti doi che mandassero ambasciatori loro al concilio e che vi facessero anco andare li prelati che erano nelle loro compagnie, e dessero ordine a quelli che si ritrovavano nelli loro regni di mettersi in viaggio. Quanto al dar l’ordine, l’uno e l’altro si scusò che era necessario prima informarsi con li prelati dei bisogni delle loro chiese; e quanto al mandare quelli che erano quivi presenti, che sarebbe stato difficile persuaderli ad andare soli, senza avere comunicato conseglio con altri. Restò tanto facilmente il papa sodisfatto della risposta, che lasciò dubbio se piú desiderasse l’affermativa che la negativa. Riuscito adonque infruttuoso quest’ufficio, come gli altri trattati dal papa in quel convento, egli se ne partí; ed essendo di ritorno in Genoa, ebbe lettere da Vicenza dalli legati che si ritrovavano ancora lá soli, senza prelato alcuno; per il che li richiamò, e sotto il 28 giugno per una sua bolla allongò il termine del concilio sino al giorno della prossima Pasca.

In quest’anno il pontefice ruppe la prudente pazienza o vero dissimulazione usata per quattro anni continui verso Inghilterra, e fulminò contra quel re una terribile bolla, con modo non piú usato da’ suoi precessori, né da’ successori imitato. Della quale fulminazione, per essere originata dalli manifesti pubblicati contro il concilio intimato in Mantoa e in Vicenza, ricerca il mio proposito che ne faccia menzione; oltre che, per intelligenza di molti accidenti che di sotto si narreranno, è necessario recitare questo successo con li suoi particolari.

Avendo il re d’Inghilterra levata l’obedienza alla chiesa romana e dechiaratosi capo dell’anglicana l’anno 1534, come al suo luoco s’è detto, papa Paulo, immediate dopo la sua assonzione, dall’imperatore per li propri interessi e dalle istanze della corte (la quale con quel mezzo credeva di racquistare o vero abbruggiare l’Inghilterra) fu continuatamente stimolato a fulminare contra quel re. Il che egli, come uomo