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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/155

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libro primo - capitolo vi 149


male l’acconsentirvi che il lasciarlo fare senza suo volere. Il noncio, seguendo l’instruzione del pontefice, nel suo ingresso fece un ragionamento, dicendo che la quiete della Germania era stata procurata sempre dalli pontefici, e massime da Paulo III, il quale perciò aveva intimato il concilio generale in Vicenza, se ben era stato sforzato differirlo in altro tempo, per non vi esser andato alcuno; e al presente era deliberato di nuovo intimarlo in luoco piú opportuno; nel quale acciò lá fossero trattate con frutto le cose della religione, aveva concesso a Cesare che si potesse tener un colloquio in Germania, che fosse un preludio per disponere alla resoluzione del concilio, e aveva mandato lui per intervenirvi e coadiuvare: però pregava tutti d’inviar ogni cosa alla concordia, promettendo che il pontefice sarebbe per fare tutto quello che si potesse, salva la pietá. Vi arrivò anco il vescovo di Capo d’Istria, di sopra spesso nominato; il quale, se bene mandato dal pontefice come molto versato nell’intendere gli umori di Germania, intervenne però come mandato da Francia, per meglio far il servizio del papa sotto nome alieno. Egli fece stampare un’orazione, che portava per soggetto l’unitá e pace nella Chiesa, la qual aveva per scopo di mostrare che per ottenere questo fine non fosse buon mezzo il concilio nazionale; e questa la distribuí a quante piú persone potè, ad effetto d’interrompere quel colloquio che ne aveva sembianza. Si consumò gran tempo nel dar forma alla conferenza, cosí quanto alla secretezza, come quanto al numero dei dottori che dovessero parlare; e non mancavano quelli che studiosamente protraevano il tempo, cosí per li diligenti uffici fatti dal nuncio Campegio, come per li maneggi segreti del Vergerio. Finalmente fu ordinato che parlassero per la parte dei cattolici Giovanni Ecchio e per li protestanti Filippo Melantone, e la materia fosse del peccato originale.

Mentre che queste cose camminavano in Vormazia, il nuncio pontificio residente appresso Cesare non cessava di persuadere la Maestá sua che quel colloquio era per parturire qualche

gran scisma, per far diventare tutta la Germania luterana, e