Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
libro secondo - capitolo ii | 209 |
alta voce in nome di tutti; e cantate le letanie, dal diacono
fu letto l’Evangelio: Si peccaverit in te frater tuus, e finalmente cantato l’inno Veni Creator Spiritus; e sentati tutti a’
propri luochi, il Cardinal del Monte con la propria voce prononciò il decreto per parole interrogative, leggendo se piaceva
alli padri, a laude di Dio, estirpazione delle eresie, reformazione del clero e populo, depressione delli inimici del nome
cristiano, determinar e dechiarar che il sacro tridentino e
general concilio incominciasse e fosse incominciato. Al che
tutti risposero, prima li legati, poi li vescovi e altri padri, per
la parola placet. Soggionse poi se, attesi li impedimenti che
dovevano portare le feste dell’anno vecchio e novo, li piaceva
che la sequente sessione si facesse a’ 7 di gennaro, e risposero
parimente che li piaceva. Il che fatto, Ercole Severolo, promotor del concilio, fece instanza alli notari che del tutto facessero instromento. Si cantò l’inno Te Deum, e li padri, spogliati gli abiti pontificali e vestiti li comuni, accompagnarono
li legati, camminando inanzi loro la croce. Le qual ceremonie
essendo state usate nelle seguenti sessioni similmente, non si
replicaranno piú.
Stavano la Germania e Italia in gran curiositá d’intendere le prime azioni di questo consesso con tante difficoltá principiato, e li prelati e loro familiari, che si ritrovavano in Trento, incaricati dagli amici di avvisarnegli. Per il che immediate dopo la sessione fu mandato per tutto copia dell’ammonizione delli legati e dell’orazione del Bitonto, le quali furono anco presto poste in stampa. De le quali per narrare ciò che fosse detto comunemente, è necessario prima riferire in sommario il contenuto dell’orazione. Quella ebbe principio dal mostrar la necessitá di concilio, per esser passati cento anni dopo la celebrazione del fiorentino, e perché le cose ardue e difficili, alla Chiesa spettanti, non si possono ben trattar se non in quello. Perché nelli concili sono stati fatti dei simboli, dannate l’eresie, emendati li costumi, unite le nazioni cristiane, mandato gente all’acquisto di Terra Santa,
deposti re e imperatori, ed estirpati li scismi. E che per ciò
Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i | 14 |