Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/253

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libro secondo - capitolo iii 247


meglio lasciar le cose come erano state mille cinquecento anni, che le traduzioni latine fossero verificate con li testi originali.

In contrario dalla maggior parte dei teologi era detto essere necessario aver per divina e autentica in tutte le parti sue quella traduzione che per li tempi passati è stata letta nelle chiese e usata nelle scole, altrimenti sarebbe dare la causa vinta alli luterani e aprir una porta per introdur all’avvenire innumerabili eresie, e turbar continuamente la quiete della cristianitá. La dottrina della santa madre Chiesa romana, madre e maestra di tutte le altre, essere fondata in gran parte dalli pontefici romani e dalli teologi scolastici sopra qualche passo della Scrittura; che dando libertá a ciascuno d’esaminar se sia ben tradotto, ricorrendo ad altre traduzioni o cercando come dica in greco o in ebreo, questi novi grammatici confonderanno ogni cosa, e sará farli giudici ed arbitri della fede, e in luoco de teologi e canonisti converrá tener il primo conto, nell’assumer alli vescovati e cardinalati, delli pedanti. Li inquisitori non potranno piú procedere contra li luterani, se non sapranno ebreo e greco, che subito sará risposto dalli rei che il testo non dice cosí e che la traduzione non è fedele. E ogni novitá e capriccio che verrá in testa a qualonque grammatico, o per malizia o per poca perizia delle cose teologiche, pur che possi con qualche apice grammaticale di quelle lingue confirmarlo, troverá fondamento, che mai si venirá al fine. Vedersi adesso, dopo che Lutero ha dato principio a far una traduzione della Scrittura, quanto diverse e contrarie tra loro sono uscite in luce che meritavano esser in perpetue tenebre occultate; quante volte esso Martino ha mutato quello che aveva prima in un modo tradotto, che mai si è ristampata la traduzione senza qualche notabil mutazione, non di un passo o due, ma di centenara in una fiata. Dando questa libertá a tutti, presto ridurrete la cristianitá che non si saprá che credere.

A queste ragioni, sentite con applauso dalla maggior parte, altri aggiongevano anco che, se la divina provvidenza ha dato una Scrittura autentica alla sinagoga e un autentico Testamento novo alli greci, non si poteva, senza derogargli, dire