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304 | l'istoria del concilio di trento |
stia, con dire che erano risoluti li vescovi di non andar piú
inanzi se non si accordava prima quell’articolo; e allora dimandò alli ministri se erano preparati di sottoscriver in
quell’articolo la confessione augustana. Al qual Beza rispose
dimandando se egli proponeva ciò per nome comune di tutti,
e se esso e gli altri prelati erano per sottoscrivere negli altri
capi di quella confessione. Né potendosi aver risposta né
dall’una né dall’altra parte, finalmente Beza disse che li fosse
dato in scritto per deliberar quello a che si proponeva che
sottoscrivesse, e fu rimesso il colloquio al giorno seguente.
Nel quale Beza incominciando a parlare, irritò molto li vescovi, perché, come giustificando la vocazione sua al ministerio, entrò a parlare della vocazione e ordinazione delli vescovi, e narrò le mercanzie che vi intervengono, ricercando come quelle si possino aver per legittime. Poi, passato all’articolo dell’eucaristia e al capitolo della confessione augustana propostoli, disse che fosse prima sottoscritto da quelli che lo proponevano. Né potendosi accordare, un gesuita spagnolo, che era col Cardinal di Ferrara, arrivato in quei medesimi giorni che il colloquio era in piedi, levatosi e dette molte villanie alli protestanti, riprese la regina che s’intromettesse in cose che non s’aspettavano a lei, ma al papa, alli cardinali e alli vescovi. La qual arroganza fu impazientemente sentita dalla regina, ma per rispetto del pontefice e del legato la dissimulò. Finalmente, non potendosi concluder cosa alcuna in quel modo di trattare, fu ordinato che doi vescovi e tre teologi, li piú moderati, con cinque ministri si riducessero insieme, per veder se si poteva trovar modo di concordia. Fu da loro tentato di formar un articolo dell’eucaristia con parole generali cavate dai Padri, che potessero all’una parte e all’altra satisfare; né potendo convenire, fu messo fine al colloquio. Del quale vi fu molto che parlare: dicendo alcuni esser un cattivo esempio metter in trattazione gli errori una volta condannati; che non si hanno da ascoltar le persone che negano i fondamenti della religione, massime tanto tempo durata e tanto confermata, specialmente in presenza di persone